Michele Santoro scende in campo: “Fondo il partito che non c’è, mi alleo con Conte contro l’agenda Draghi”

Vuole fondare il partito che non c’è, un richiamo alla “tv che non c’è” che negli anni Novanta era il suo sogno per spezzare il duopolio formato da Rai e Mediaset. Michele Santoro scende in campo e si lancia in una nuova avventura politica in vista delle elezioni del 25 settembre.

L’obiettivo è mettere insieme le forze contrarie alla cosiddetta ‘agenda Draghi’, a partire ovviamente dal Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte, segnato in queste ore dalla decisione di seguire il diktat di Beppe Grillo sul limite al doppio mandato che “farà fuori” una cinquantina di eletti, tra cui molti dei ‘big’ pentastellati.

In un colloquio con Repubblica, Santoro getta le basi per la nuova avventura politica: “Io sono sinceramente disponibile con tutte le mie conoscenze e capacità di comunicazione a dare un contributo. Un partito non nasce per decisione di una o poche persone ma per rappresentare le esigenze di un pezzo di società. Di sicuro non mi interessa fare il candidato indipendente senza un progetto che guardi al futuro. Serve il partito che non c’è e che non c’è mai stato”.

L’obiettivo è quello di formare qualcosa a sinistra del Partito Democratico, salvo che Dem rimuovano “l’agenda Draghi”, altrimenti tutti quelli che non la condividono “si prendono per mano”.

Un partito, quello di Enrico Letta, che dopo l’addio all’alleanza con i 5 Stelle “è scoperto a sinistra. Di Calenda ne ha già tanti al suo interno. Se Letta insiste nell’ammucchiata di centrodestra dentro la sinistra, resta lo spazio per un campo alternativo. Se in questo campo ci fosse spazio per una lista per la pace, perché no?”.

Non a caso nel partito che non c’è di Santoro si partirebbe dai nomi di coloro che erano presenti alla serata “Pace proibita”, lo spettacolo pacifista sul conflitto in Ucraina al teatro Ghione. “Spero che Sinistra italiana voglia sedersi al tavolo, ma come non ho visto Letta telefonare a Conte nemmeno ho visto Conte telefonare a Fratojanni e neanche Fratojanni aprire un confronto. Se non ci saremo al voto, non sarà per colpa nostra”, dice Santoro a Repubblica.

Ovviamente ce n’è anche per Mario Draghi, il premier è infatti l’obiettivo numero uno di Santoro. Il presidente del Consiglio secondo il giornalista “se l’è data a gambe. I maligni dicono perché dopo aver perso la corsa al Quirinale non vedeva l’ora di dire ai partiti: sbrigatevela voi. La fiducia in Parlamento l’aveva pure presa”.