Riaprono le scuole e contestualmente riparte l’incubo della Dad, la didattica a distanza che lo scorso anno è stata ‘protagonista’ assoluta delle lezioni al tempo del Covid-19. Sono infatti già un centinaio, da nord a sud, le classi già alle prese con la Dad a causa di contagi tra studenti, ma il rischio come spiega il  presidente di Anp Roma Mario Rusconi è che siano “destinate ad aumentare” nel breve termine. 

Ed è per questo che sta circolando l’ipotesi di creare “micro bolle” per gli studenti, sul modello tedesco. Di cosa si tratta? Come già avviene in un contesto ben diverso, ovvero a bordo degli aerei, si limiterebbe l’isolamento ai contatti strettissimi di chi viene colpito dal virus, ovvero i vicini di banco.

Idea che però non piace agli esperti, scettici sulla possibilità: le “micro bolle” sarebbero troppo pericolose. Come spiega una fonte di un’azienda sanitaria locale del Lazio a Repubblica, si tratta di una mossa “ridicola”. “Ci vorrebbero 1000 medici solo per quello – prosegue – noi viaggiamo sulle decine di addetti per Asl e comunque i rischi restano elevati. Una classe scolastica non è un luogo statico, gli studenti si muovono, s’incontrano all’interno e all’esterno della scuola. Non si può fare distinzione: tutti i compagni di classe di un positivo sono a rischio”.

Non è un caso se la bocciatura arriva proprio da medici della Regione guidata da Nicola Zingaretti. L’idea delle “micro bolle” piace in particolare all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, che starebbe pensando a questo sistema per non mettere in isolamento intere classi dopo un singolo caso di positività. 

Ma il modello tedesco piace anche ad Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. In una intervista a QN spiega che “dal punto di vista della didattica è auspicabile che vengano messi in quarantena meno alunni possibili per il minor tempo possibile”. Il ritorno in Dad con un solo positivo per classe è considerato infatti un disastro: “Un incremento degli studenti in Dad è inevitabile, basta un alunno positivo in aula”.

Da Giannelli arriva anche una richiesta al governo Draghi: “Ci sono pochi bidelli per le operazioni di controllo degli accessi e di gestione dei corridoi, bisogna fare in modo che l’organico delle segreterie sia rapidamente portato al 100 per cento. In molte scuole manca personale e il preside si trova in difficoltà a far fronte a tutte le esigenze che in questo periodo sono maggiori rispetto al normale”.

Altro fronte di polemica con l’esecutivo arriva invece dal Codacons, che giudica eccessivo il numero di classi che, a pochi giorni alla ripartenza della scuola, è finito in quarantena. L’associazione dei consumatori punta il dito in particolare contro la scelta del governo di delegare ai genitori la misurazione della temperatura degli studenti. 

“E’ indispensabile che siano le scuole a provvedere alla misurazione della temperatura agli allievi”, dice il presidente dell’Associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, che sta preparando una formale diffida al Miur e agli uffici scolastici regionali, affinché si attivino per modificare la procedura di accesso agli istituti allo scopo di evitare la quarantena a migliaia di studenti.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.