Il piano della società di Singapore
Microchip, investimento per 3,2 miliardi da Silicon Box per un impianto in nord Italia: “Inizio lavori entro il 2024”
L’investimento di microelettronica in Italia ci sarà. Non è quello della società statunitense Intel, il cui piano di entrata per una fabbrica di microchip in Veneto è tramontato negli scorsi mesi, ma intanto Roma si è riuscita a portare a casa un accordo importante con Silicon Box, una start-up con sede a Singapore. La società, specializzata in tecnologie chiplet integration, advanced packaging e test, investirà in Italia 3,2 miliardi di euro per un nuovo impianto produttivo.
Microchip, accordo con Silicon Box per l’impianto: i posti di lavoro previsti
L’annuncio è stato dato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in una conferenza con il co-fondatore e Ceo di Silicon Box, Byung Joon Han. L’impianto si farà e prevede circa 1600 posti di lavoro diretti, più quelli indiretti. Un investimento che, come spiega lo stesso ministero, rientra nella strategia europea dettata dal Chips Act e in quella italiana per la microelettronica. L’Europa da mesi si è dato come obiettivo quello di raggiungere almeno il 20% della capacità produttiva globale di semiconduttori entro il 2030, per cercare di bilanciare il potere di Stati Uniti, Cina e Taiwan ed entrare veramente nella competizione mondiale attorno ai chip.
L’impianto italiano, infatti, contribuirà alla domanda di assemblaggio di semiconduttori per nuove tecnologie, dal settore dell’intelligenza artificiale al calcolo ad alte prestazioni fino ai componenti per veicoli elettrici.
Microchip, il ruolo dell’Italia nella filiera dei semiconduttori
Nella filiera di produzione dei semiconduttori, l’Italia ha deciso di concentrarsi sulla parte di design dei chip, sui nuovi materiali e sull’assemblaggio avanzato. E su questa linea si inserisce il progetto di Silicon Box, che vuole rappresentare per tutta Europa un “tassello finora mancante per rafforzare la catena del valore”. Il ministro Urso ha espresso tutta la propria soddisfazione: “I recenti sconvolgimenti globali sottolineano la necessità di costruire una catena di approvvigionamento più resiliente per i semiconduttori in Europa. Il governo mette i chip e la microelettronica al centro delle priorità strategiche. Questa iniziativa testimonia ancora una volta che siamo in grado di attrarre gli interessi dei player tecnologici globali e che l’Italia è in corsa per ricoprire una posizione di leadership nel settore”.
Anche il ceo di Silicon Box ha parlato della scelta e del ruolo dell’Italia: “È stata la prima scelta per la nostra espansione globale. Crediamo che l’innovazione dei nostri Paesi sia guidata da valori culturali simili, che abbracciano curiosità, passione e un instancabile impegno verso l’eccellenza”.
Microchip, l’investimento di Silicon Box: quando e dove sarà costruito l’impianto
I 1600 posti di lavoro sono previsti quando l’impianto sarà a pieno regime. A questi se ne aggiungeranno anche altri, indiretti, sia per la costruzione della fabbrica sia per il sistema di logistica e fornitura a cui sarà legato il centro. L’impianto di Silicon Box sarà localizzato in nord Italia, ancora non c’è la sede esatta. Il Veneto sembra poter avere perso il vantaggio costruitosi per l’investimento mai compiuto di Intel, tanto che oggi la scelta sembra poter ricadere sul Piemonte, nella zona di Novara. Tra i requisiti essenziali, la rete di collegamenti con il resto d’Europa e un bacino di formazione tecnico-industriale, tra enti di ricerca, università e simili, da cui poter attingere per il personale. La conferma è arrivata dallo stesso ceo della società di Singapore: “Sarà nel Nord Italia, ma stiamo ancora valutando una serie di fattori, come il contesto, le infrastrutture, la presenza di centri di ricerca e università. È comunque una valutazione che faremo nei prossimi mesi”.
Anche per i tempi non ci sono certezze. Qualche indizio è stato dato sempre da Byung Joon Han: “Speriamo di poter avviare i lavori per la realizzazione dell’impianto entro l’anno”. Intanto, la progettazione e la pianificazione sono già partite: manca solo il via libera della Commissione Europea per l’inizio dei lavori. Lavori che saranno svolti, ha spiegato sempre il ministero, seguendo i principi net zero dell’Europa, riducendo al minimo le emissioni di carbonio e quindi l’impatto sull’ambiente.
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