Migranti, a Lesbo e Chio gli abitanti bloccano gli sbarchi: calci a reporter e volontari

A migrant throws a stone at Greek police and army personnel during clashes near the Kastanies border gate at the Greek-Turkish border, Sunday, March 1, 2020. Migrants and refugees were trying to enter Greece by land and by sea Sunday despite Greece making clear it would not allow anyone in, after Turkey officially declared its western borders open to those hoping to head into the European Union. (AP Photo/Giannis Papanikos)

La situazione diventa sempre più tesa a Lesbo per l’ondata migratoria dalla Turchia. Dopo che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato l’apertura del confine tra Turchia e Grecia e Bulgaria la notte tra il 27 e il 28 febbraio scorso, migliaia di siriani afgani e iracheni hanno iniziato la fuga verso l’unione Europea. Sono al momento 80.888 ad aver attraversato il confine con l’Ue fino a questo momento. A renderlo noto è il capo della comunicazione della presidenza turca, Fahrettin Altun.

In fila indiana camminano e attraversano le barriere di filo spinato tra Turchia e Grecia.  E la tensione sale alle stelle soprattutto sulle isole di Lesbo e Chio. La popolazione rifiuta l’apertura di nuovi centri di detenzione per migranti. La costruzione dei nuovi centri, pensati per sostituire i campi profughi per migranti attualmente presenti sulle isole, era stata annunciata alla fine di novembre dal governo di centrodestra di Kyriakos Mitsotakis, eletto a luglio. Le proteste principali sono avvenute sull’isola di Lesbo, a Diavolorema, Kavakli e Karava, dove il governo sta espropriando dei terreni per costruire i centri. Sono 62 i feriti negli scontri tra polizia e i manifestanti. A Lesbo un gruppo di persone con il volto coperto ha speronato una nave di migranti danneggiando il motore. Per questo motivo i migranti a bordo hanno raggiunto la terra remando con le mani.

Il governo greco vorrebbe aprire centri che contengano fra le mille e le cinquemila persone in tutte le principali isole nei pressi delle coste turche, cioè soprattutto Lesbo, Samo, Chio e Cos: si trovano lungo la rotta migratoria tra la Turchia e l’Europa. Sulle isole vivono attualmente più di 42mila migranti. Il governo ha promesso di ridurne il numero a 20mila. L’idea del governo greco sarebbe quello di trattenere sulle isole migliaia di migranti in fuga dalla guerra in Siria in attesa della conferma di protezione internazionale.

Negli scontri i manifestanti hanno gettato pietre contro la polizia, che ha usato gas lacrimogeno in risposta. Secondo la polizia a Lesbo sono stati feriti 43 poliziotti e 10 manifestanti; a Chio, ha detto un portavoce della polizia all’agenzia di stampa AFP, un gruppo di cittadini locali ha assaltato un albergo vicino al sito di costruzione di un centro e ha ferito 8 poliziotti che non erano in servizio.