Migranti, barcone naufraga al largo della Libia: recuperati i corpi di 4 bambini

IMMAGINE DI REPERTORIO

Erano diretti in Italia, i 30 migranti a bordo del barcone che è naufragato mercoledì scorso al largo delle coste libiche. I corpi di quattro bambini sono stati recuperati dopo la tragedia. Erano di nazionalità egiziana. A riportarlo è il The Libya Observer. “La Mezzaluna Rossa ha detto che i bambini erano egiziani e che i loro corpi sono stati portati via dalle coste di Harsha e Matrad vicino alla città di Al-Zawiya”, scrive il giornale libico. Le salme sono state trasferite alla camera mortuaria dell’ospedale Al Rahma, come riporta Migrant Rescue Watch.

L’imbarcazione stava affondando in alto mare con 30 persone a bordo. I soccorritori hanno scoperto tre dei corpi dei bambini recuperati ad Al-Zawiya, a circa 45 chilometri da Tripoli, e il quarto pochi chilometri più a ovest. Questa la ricostruzione della Mezzaluna Rossa libica. Hassan Al-Bay, funzionario dell’organizzazione umanitaria, ha riferito che i quattro bambini con le loro famiglie erano diretti in Italia in una barca. Le famiglie vivevano a Sabratha, nella Libia occidentale.

Alarm phone, servizio di supporto e numero di emergenza per le operazioni di salvataggio, intanto scrive una lettera alle autorità sulle 91 persone a bordo di un barcone scomparse lo scorso 9 febbraio, dopo essere partite da Garabulli, in Libia. Da allora non si sono avute più notizie. “Alarm Phone ha richiesto a tutte le autorità e organizzazioni internazionali cosa sia accaduto ai naufraghi – si legge nella lettera – ma non ha mai ricevuto alcuna risposta. Dato che tutti i centri di coordinamento per il soccorso erano stati avvertiti, questi avevano la responsabilità legale di rispondere adeguatamente a situazioni di distress e di accertarsi che le persone venissero cercate e soccorse, indipendemente da dove si trovasse la barca. Temiamo che in questo caso le autorità europee e libiche abbiano completamente ignorato le richieste di soccorso e abbiano deciso di lasciare morire 91 persone”.

Da febbraio scorso le famiglie continuano a cercare i loro parenti scomparsi. Hanno chiesto spiegazioni le autorità maltesi, italiane e internazionali senza ricevere mai risposte. Quella di Alarm Phone è una denuncia e un appello – alle autorità maltesi, italiane, libiche e a Frontex, OIM, UNHCR – a comunicare i risultati delle indagini sul caso, più fotografie e altri dati raccolti. A un anno dai fatti Alarm Phone, il prossimo 9 febbraio, convocherà un’azione di solidarietà con le famiglie e amici dei 91 dispersi: ovvero eventi per richiamare attenzione e rompere il silenzio.