Un nuovo dramma dell’immigrazione. L’ennesima imbarcazione che si è rovesciata nel Mediterraneo di morte, partita domenica da Sfax, in Tunisia. Erano le 14 di lunedì quando è affondata al largo di Lampedusa. Finiscono in acqua in 53. I migranti recuperati erano originari di Costa d’Avorio, Burkina Faso, Guinea Bissau, Guinea Konakry e Mali. Muore una bambina di due anni, soccorsa in mare ma spirata prima dell’arrivo in ospedale. “Poteva essere una strage di portata più grande, ma Lampedusa continua ad essere la zattera nel Mediterraneo che salva vite umane, mentre l’Europa sta a guardare o al massimo critica”, ha detto il sindaco di Lampedusa e Linosa, Filippo Mannino. Lo stillicidio continua. Anzi non è neanche più uno stillicidio: non è più goccia a goccia, che si muore. Ed è un flusso continuo quello che arriva.

I dati sui migranti sbarcati in Italia nel 2023

A dispetto dell’ormai dimenticato programma elettorale del centrodestra, dall’inizio dell’anno a oggi i migranti sbarcati sulle coste italiane sono 150.777, il 59,8% in più rispetto ai 94.343 dello corrispondente periodo dell’anno scorso e il 146,9% in più rispetto ai 61.046 dell’analogo periodo del 2021. I dati – aggiornati a ieri – sono contenuti nel ‘Cruscotto statistico giornaliero’ pubblicato online dal Viminale. Solo nell’ultima settimana di novembre sono sbarcati 3.539 migranti, con ‘picchi’ di 1.264 mercoledì 15 e di 1.124 lunedì 20. Con riferimento alla nazionalità dichiarata al momento dell’arrivo, il 12% dei migranti è originario della Guinea, l’11% della Tunisia, l’11% della Costa d’Avorio, il 7% del Bangladesh, il 7% dell’Egitto, il 6% della Siria, il 5% del Burkina Faso, il 5% del Pakistan, il 4% del Mali e il 4% del Sudan. Al 13 novembre, i minori stranieri non accompagnati sbarcati sono 16.640, a fronte dei 14.044 arrivati in tutto il 2022 e i 10.053 arrivati in tutto il 2021.

L’accordo tra Italia e Albania sui migranti

È sulla scorta di questi numeri, che richiamano freddamente alla realtà che le parole, nell’aula di Montecitorio, hanno preso un altro peso. Le due votazioni hanno visto il M5S allinearsi con il centrodestra, e non è certo una novità. L’aula della Camera ha approvato con 189 voti favorevoli e 126 contrari la risoluzione presentata dalla maggioranza dopo le comunicazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani sull’accordo Italia-Albania sui migranti. Il testo, tra le altre cose, impegna il Governo ad ‘adottare ogni iniziativa necessaria, anche tramite un disegno di legge di ratifica, per un’efficace e urgente attuazione del Protocollo’ con l’Albania sui migranti. La stessa aula di Montecitorio, con 317 voti favorevoli, la risoluzione presentata dalle opposizioni, ad eccezione del M5S, che impegna il Governo ‘a presentare alle Camere, ai sensi dell’articolo 80 della Costituzione, la proposta di legge di autorizzazione alla ratifica del ‘Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei Ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria’ e dei relativi allegati, con i relativi adeguamenti del nostro ordinamento riguardo la disciplina in materia di immigrazione e di tutela giurisprudenziale’.

Il voto del Movimento Cinque Stelle

L’impegno è stato votato, sì, dal centrodestra e dal M5S, ma i distinguo di questi ultimi hanno colpito gli osservatori. Ma come, all’indomani delle manifestazioni di piazza, con Conte che abbraccia Schlein e lancia il “Campo giusto”, il leader del Movimento rompe l’unità a sinistra? “Nessuna novità, il M5S fa quello che ha sempre fatto. Si distingue sull’immigrazione perché hanno 5 stelle, due morali e diverse verità. Il problema a questo punto non è Giuseppe Conte, il problema è il Pd. Perché al Nazareno si ostinano a cercare accordi strategici con chi ha firmato i decreti sicurezza con Salvini, e ancora da un lato li difende e dall’altro attacca la sinistra su questo tema? E qui riemerge l’equivoco di fondo della segreteria Schlein: spacciare i 5 Stelle, tipico prodotto del populismo, per una costola della sinistra pur di non affrontare il nodo del riformismo”, dichiara il senatore Enrico Borghi, presidente del Gruppo Italia Viva al Senato. Il nodo che rimane irrisolto è quello dei due centri in Albania. Tirana concederà gratuitamente all’Italia due aree: un punto di arrivo al porto di Shengjin e una base militare a Gjader. Nel porto vi sarà una struttura dedicata alla prima assistenza e all’identificazione. Nella seconda struttura saranno esaminate le domande di protezione internazionale e, in assenza di requisiti, compiuta la procedura per il rimpatrio. L’approvazione del protocollo è legata a quella del decreto Migranti che approderà il 24 novembre in Aula alla Camera per l’avvio della discussione generale. Le opposizioni affilano le armi, al netto del riposizionamento dei Cinque Stelle. E anche nella maggioranza si nota qualche fuga in avanti. Sara Kelany (Fdi) presenta un suo emendamento al Dl Migranti che viene approvato in commissione Affari costituzionali. Prevede l’allontanamento coatto del migrante condannato in primo grado, quindi in assenza di sentenza definitiva.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.