I cittadini aveva bloccato la statale 18
Migranti, vince la protesta di Amantea: i 13 positivi trasferiti Roma
Ha portato a casa il risultato la protesta messa in campo ad Amantea, nel cosentino. Lo scorso fine settimana alcuni abitanti della cittadina avevano bloccato la statale 18 e minacciato che lo avrebbero fatto di nuovo se la loro richiesta non sarebbe stata soddisfatta. La manifestazione era stata scatenata dall’arrivo di 13 migranti positivi al covid-19. I positivi erano sbarcati a Roccella Jonica, nel regginese, sabato, in un gruppo di 70 bengalesi. E dopo l’arrivo suddivisi in varie località calabresi. I contagiati saranno dunque trasferiti oggi pomeriggio all’ospedale militare del Celio a Roma. Gli altri resteranno ad Amantea.
Il ministero dell’Interno aveva negli ultimi giorni sottoposto le aree di Sicilia e Calabria più suscettibili agli sbarchi a un controllo rafforzato. I governatori Nello Musumeci e Iole Santelli, entrambi di centrodestra, avevano espresso severe critiche all’operato del governo sulla questione. Il Viminale ha comunque fatto sapere che continua a essere rivolta “la massima attenzione per la tutela della sicurezza sanitaria dei cittadini in particolare in quelle regioni, come la Sicilia e la Calabria, che in questo momento sono più esposte agli sbarchi autonomi dei migranti”.
Due le misure principali adottate dal dicastero. La prima: pubblicazione di una nuova procedura per il noleggio di navi da adibire a strutture provvisorie per l’isolamento e la quarantena sanitaria dei migranti positivi. Tale procedura di urgenza prevede la presentazione delle offerte entro le ore 24 del 16 luglio 2020. La seconda: l’utilizzo, qualora necessario, anche delle strutture locali, come gli ospedali militari, per far fronte alla situazione. Una misura messa in atto in collaborazione con il ministero della Difesa.
Intanto questa mattina riunione a Palazzo Chigi sui dossier Libia e migranti. A quanto si apprende, all’incontro hanno preso parte i ministri dell’Interno, Luciana Lamorgese, della Difesa, Lorenzo Guerini, e degli Esteri, Luigi Di Maio, nonché il direttore dell’Aise, Giovanni Caravelli. Si sarebbe fatto il punto sulla presenza militare italiana legata al decreto missioni e in particolare su aspetti come lo sminamento, l’ospedale di Misurata e la presenza navale. Si sarebbe inoltre svolto un approfondimento sui temi dell’immigrazione, alla luce degli sviluppi degli ultimi giorni.
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