La leucemia è tornata. Sinisa Mihajlovic, 53 anni, allenatore del Bologna, si deve fermare, ancora una volta per seguire una terapia e dalla prossima settimana sarà ricoverato e dovrà assentarsi dagli allenamenti per essere ricoverato all’ospedale Sant’Orsola, nel reparto di terapie cellulari diretto dalla dottoressa Francesca Bonifazi. E lui stesso ad annunciarlo in una conferenza stampa convocata poche ore prima al centro tecnico della società emiliana.

“La mia ripresa dopo il trapianto è stata ottima, ma purtroppo queste malattie sono subdole e bastarde. Dalle ultime analisi che ho svolto ci sono campanelli d’allarme e potrebbe presentarsi il rischio di una ricomparsa. Per evitare che questo accada dovrò fare un percorso terapeutico che possa eliminare sul nascere l’ipotesi negativa. Questa volta non entrerò in scivolata su un’avversario lanciato, ma giocherò in anticipo per non farlo partire”, ha detto spiegato l’allenatore serbo che nell’estate del 2019 aveva rivelato di avere la leucemia.

Poi i cicli di chemio e il 29 ottobre il trapianto di midollo osseo che lo aveva portato a ristabilirsi in pieno. “Si vede che questa malattia è molto coraggiosa per tornare ad affrontare uno come me. Io sono qua, se non gli è bastata la prima lezione gliene daremo un’altra. E’ il percorso della vita, fatto di discese, salite, rettilinei e curve. A volte – ha aggiunto -si incontrano buche improvvise, si può cadere, ma c’è la forza per rialzarsi e intraprendere il cammino”.

“Al contrario di due anni e mezzo fa, quando a stento sono riuscito a trattenere le lacrime, questa volta mi vedete più sereno. So cosa devo fare, la situazione è diversa e spero i tempi siano brevi. Farò di tutto per renderli ancora più veloci, ma dovrò sicuramente saltare alcune partite. Come sempre gioco a viso aperto e non mi nascondo”, ha detto.

In ospedale “ho fatto allestire in una stanza tutto il necessario, dal punto di vista tecnologico, per seguire la squadra. Sicuramente questo inizio 2022 non è stato fortunato ma non dobbiamo piangerci addosso, né io né la squadra”.

Redazione

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