Ambrogio
Milano, c’è da fare. Non saremo i picconatori di Sala

Vogliamo essere chiari: non facciamo i picconatori del governo di Milano e del sindaco Sala, così come non lo saremmo nei confronti di alcun altro. In una brutta epoca di militanze estreme e urla scomposte, qui si cerca di essere giornalisti e riformisti, quindi di parlare della realtà, senza pregiudizi e di proporre idee valide, da qualunque parte vengano. Crediamo che Milano di questo abbia, innanzitutto, bisogno. Legittimo che la politica eserciti i suoi tatticismi, che la maggioranza si blindi e che l’opposizione approfitti quando chi amministra scopre il fianco, ma se tutto questo avviene senza idee, progetti, visioni, non ci interessa. Siamo convinti che Milano nelle due ultime amministrazioni – compatibilmente con le tensioni esterne e le contingenze – abbia non solo seguito la sua tradizione riformista, ma sia stata protagonista di un lavoro che l’ha tenuta saldamente nel novero delle grandi e moderne città europee. E siamo convinti che sia un lavoro che vada concluso.
Milano deve essere sostenibile
Semplicemente, per concludere bene un lavoro, a volte bisogna avere il coraggio di fare punto e a capo: fermarsi e prendere consapevolezza di quel che è rimasto indietro e che rischia di vanificare quanto avviato e portato a termine. Milano è e deve essere un modello, una guida, ma proprio per questo ha bisogno di recuperare una visione ampia e coerente che comprenda tutti i caratteri della metropoli. Milano deve essere “sostenibile” nel senso di città che non inciampa in criticità che la fermino. Proprio in quest’ottica proponiamo questa settimana la lettura del concetto di “rigenerazione urbana” contemporaneamente dal punto di vista urbanistico, sociologico, economico. C’è da fare, non da chiedere dimissioni.
Milano e il mercato immobiliare: il 40% dei quartieri supera la soglia critica di non accessibilità
© Riproduzione riservata