Ambrogio
Milano, i gruppi nella fossa della stazione e la minaccia a Corso Como. I locali puntano sulla vigilanza privata
Ci sono luoghi paradigmatici delle trasformazioni e delle contraddizioni della metropoli. L’area attorno a Porta Garibaldi è un esempio: il grande progetto di Piazza Gae Aulenti da una parte, dall’altra la continuità con il vivace quartiere Isola. A lato – però – la delicata vicinanza tra la stazione e il consolidato avamposto della movida che è Corso Como. Qui negli anni si sono consumati non pochi “contatti critici” che avevano finito per far accendere una vera emergenza di ordine pubblico.
“Il fenomeno scatenante iniziale sono stati due grandi cantieri che c’erano agli estremi di Corso Como, quello di Gae Aulenti e quello del parcheggio di 25 Aprile – racconta Alberto Baldaccini, titolare della celebre discoteca Hollywood e promotore di un consorzio di esercizi che si sono dotati di un sistema comune di vigilanza – I due grandi cantieri erano stati completamente recintati per un lunghissimo periodo di tempo, generando luoghi nascosti e vie di fuga nelle quali era impossibile per le forze dell’ordine intervenire. La situazione era degenerata”.
La minaccia dei gruppi nella fossa della stazione
Anche a cantieri chiusi, la presenza di gruppi protagonisti di episodi criminali era ormai consolidata, così come la percezione che l’area appartenesse ormai alla geografia metropolitana del rischio. È così che 11 degli esercizi pubblici più famosi e frequentati si sono consorziati, organizzando un supporto privato alle forze dell’odine. “Una ventina di addetti alla sicurezza, che presidiano la via, in contatto costante con i loro colleghi che lavorano dentro gli stessi locali. In tutto un centinaio di uomini – precisa Baldaccini – Un sistema di vigilanza ausiliario, perfettamente coordinato con le forze dell’ordine, che ha dato ottimi risultati. Dall’inizio dell’attività, nel maggio del 2023, quindi poco più di un anno, abbiamo registrato un calo di eventi violenti o di minacce dell’ordine pubblico del 45%”.
Un impegno anche economico importante, che i privati hanno dovuto sostenere. “Si tratta di essere realisti e pragmatici: certo, la vigilanza privata è una spesa importante, ma ci ha permesso di recuperare completamente il grave calo di guadagni che il clima di paura aveva ormai causato. Riguardo le forze dell’ordine, è indispensabile ed efficace il loro lavoro a monte, nell’area di Porta Garibaldi”. Perché è lì, nella “fossa “della stazione, che continua a esserci il serbatoio della minaccia: gruppi che “premono” verso Corso Como, arginati dai controlli dei carabinieri e polizia, che non sempre riescono a evitare incursioni di cui finisce per occuparsi la cronaca.
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