È un 19enne militante di Casa Pound il primo miliziano italiano che si è arruolato con le milizie filo ucraine a essere indagato dalla magistratura italiana. Kevin Chiappalone è di Genova, simpatizzante del movimento di estrema destra. Non è certo né il primo né l’unico a essere partito per la guerra scatenata dalla Russia lo scorso 24 febbraio, da una parte o dall’altra del fronte – particolare che smonta la propaganda a senso unico di certe posizioni.

Chiappalone è indagato per essersi unito alla Brigata Internazionale ucraina. La Procura di Genova lo ha iscritto nel registro degli indagati in quanto gli viene contestato il reato previsto all’articolo 3 della legge 210/1995 che ratifica la convenzione internazionale dell’Onu contro il reclutamento, l’utilizzo, il finanziamento e l’istruzione di mercenari. Rischia una condanna da tra 2 e 7 anni.

Si troverebbe nella regione del Donbass, ma non si hanno sue notizie da circa un mese. Sarebbe partito la scorsa primavera, privo di qualsiasi addestramento militare, dopo aver stabilito i primi contatti telematici con i miliziani che ha raggiunto in Ucraina. Sarebbe entrato in Ucraina con un pullman dalla Polonia, dopo aver raggiunto Varsavia in aereo.

A far scattare le indagini sarebbe stata una sua intervista rilasciata al settimanale Panorama in cui annunciava la sua partenza per l’Ucraina. “Ho sentito che Putin vuole denazificare l’Ucraina e allora sono partito per impedire che ciò avvenisse”, aveva dichiarato. Sui social ha postato foto di lui armato, in mimetica militare, con altri combattenti. La denazificazione dell’Ucraina è stata una delle ragioni utilizzate dal Presidente russo Vladimir Putin per far scattare l’invasione lo scorso 24 febbraio.

Quella di Chiappalone non è l’unica storia di foreign fighters italiani in Ucraina. Giulia Schiff, ex pilota dell’aeronautica militare 23enne, veneziana, si è arruolata nella “Legione Internazionale” a sostegno di Kiev. Edy Ongaro, 46enne di Portogruaro, si era arruolato in Donbass al fianco dei filorussi prima di morire dilaniato lo scorso 30 marzo da una bomba a mano che lui stesso stava maneggiando. Arrivava dall’attivismo dei centri sociali di estrema sinistra.

Come lui, a sostenere le ragioni del presidente russo Putin anche Andrea Palmieri, che si troverebbe in Donbass dal 2014 dopo anni di militanza in Forza Nuova e una condanna a cinque anni per la sua attività di reclutatore di miliziani. Gabriele Carugati, addetto alla sicurezza di un centro commerciale di Varese, combatte al fianco dei russi come Riccardo Sotgia, militante si estrema sinistra, che considera l’Ucraina uno “stato nazista”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.