Non siamo su Scherzi a parte. Anna Beniamino, ex compagna di Alfredo Cospito detenuta nel carcere di Rebibbia viene indicata su una busta come mittente del plico con proiettile recapitato all’Iveco Defense Vehicles con minaccia a un manager che lavora nella filiale di Torino. E sull’etichetta bianca della busta gialla Anna Beniamino, nelle settimane scorse protagonista di uno sciopero della fame poi interrotto per gravi ragioni di salute, viene indicata come “avvocato”. Tra il nome e il cognome c’è la parola Spitoco, che sarebbe l’anagramma di Cospito. La firma è quella della Federazione Anarchica Informale.

Si tratta chiaramente dell’opera di un mitomane. Completa il quadro il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che senza minimamente rilevare le vistose incongruenze della vicenda parla di «modalità già viste su cui le forze dell’ordine hanno un livello di attenzione già alto. Dobbiamo però lanciare messaggi sempre molto equilibrati, non di sottovalutazione ma neanche far preoccupare la gente». L’opera del mitomane però ottiene per ore e ore le aperture dei siti di giornali e giornaloni che delle due l’una: o hanno spazio da buttare e nient’altro da pubblicare oppure scelgono di partecipare a questa sorta di strategia della tensione da terzo millennio per alimentare oltre ogni misura il pericolo anarchico e il quasi attacco al cuore dello Stato di cui ha aveva favoleggiato un’ex procuratore ora in pensione.

In serata è partito un nuovo allarme per un pacco sospetto collocato a Roma vicino a dove il Consiglio dei ministri ha fatto la conferenza stampa. Il pacco non conteneva materiale esplosivo. Falso allarme. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio durante il question time ha spiegato che la socialità tra detenuti non è azzerabile neanche al 41bis. Il Guardasigilli ha risposto a interrogazioni che chiedevano le ragioni per cui il gruppo di socialità di Cospito nel carcere di Bancali fosse stato cambiato il 22 dicembre scorso. Passando dalla compagnia di reclusi inoffensivi a esponenti mafiosi con avvio di quelle intercettazioni che poi avevano dato la stura alle narrazioni su accordi tra Cosa Nostra e anarchici.

Flavio Rossi Albertini, legale di Cospito, intervistato da Radio Onda Rossa spiega di aspettarsi dalla Cassazione il 24 febbraio non l’annullamento totale del 41bis ma il rinvio degli atti al Tribunale di Sorveglianza per una nuova decisione. «Considerando le allarmanti condizioni di salute di Cospito tempi troppi lunghi per cui per forza di cose mi rivolgerò di nuovo con una istanza a Nordio affinché intervenga per revocare il 41bis».