Io adoro camminare, i miei concittadini lo sanno. Alle 6 del mattino, ogni giorno, mi trovate sugli 8 km del nostro lungomare a camminare a passo veloce, e come me ormai ci sono decine e decine di persone, di tutte le età. Da Monte d’Argento a Monte d’Oro, da dove sorge il sole con i suoi riflessi argentei a dove tramonta con i suoi giochi di luce dorati sulla superficie del mare. Questa è la prima immagine che mi è venuta in mente quando mi è stato chiesto di scrivere questo articolo sulla mia città. D’altronde visitare la nostra terra è un vero e proprio cammino nella storia e nella natura, un continuo andirivieni tra ere storiche assai distanti tra loro, un infaticabile sali e scendi dalle onde di un mare Bandiera Blu da tre anni consecutivi, attraverso i suoi borghi collinari Bandiera Arancione tra i più belli del mondo, fino alle cime dei Monti Aurunci che parlano di un territorio senza confini.

Il consiglio è di iniziare questo cammino dal punto più a Sud, dove tre ponti di epoche diverse sul fiume Garigliano (tra cui il Ponte Real Ferdinando, ovvero il primo ponte sospeso a catenaria di ferro realizzato in Italia) fanno di Minturno-Scauri la porta da e verso la Campania e il sud del Mediterraneo. Qui è dove la Seconda Guerra Mondiale tracciò la Linea Gustav e tanti miei concittadini persero la vita e combatterono per difendere la nostra libertà. Un pezzo di storia scritto magistralmente da Melania Mazzucco nel suo “Vita”, ambientato in “un paesaggio opulento – montagna, colline, mare – una ricchezza naturale che pure aveva sempre ignorato gli uomini.” Per riprendere il nome della protagonista del romanzo premio Strega del 2003, dove ci fu tanta morte oggi si respira una vita profonda e millenaria. Una delle tante esperienze indimenticabili che si possano fare a Minturno-Scauri è, infatti, la visita all’alba (o al tramonto) dell’Antica Minturnae (296 a.C.), uno dei siti archeologici meglio conservati dopo Roma con il suo Teatro, il foro e il complesso termale, arricchito da recentissimi scavi che hanno portato alla luce il Castrum e un nuovo tratto della Via Appia Regina Viarum che proprio quest’anno abbiamo candidato a Patrimonio dell’Umanità.

Il nostro cammino poi ci traghetta a Minturno, anticamente chiamata Traetto (latino Traiectum) il che testimonia come lo spostarsi incessantemente faccia parte della natura di questi luoghi, dal passato al futuro dei giorni nostri. Minturno è un borgo medioevale incantato che restituisce ancora intatto il fascino della sua storia e del suo folklore, con accenni di contemporaneità grazie alle opere di street art e di poesia di strada disseminate nei vicoli. Chiesa di San Francesco, Chiesa dell’Annunziata e Cattedrale di San Pietro risalente al X secolo sono tappe obbligate. Immergersi nell’antica festa del grano, la Sagra delle Regne che si tiene a fine luglio ogni anno, riempie gli occhi di meraviglia grazie alla capacità geniale tutta italiana di trasformare materie povere in vere e proprie opere d’arte. Momento topico della festa in onore della Vergine delle Grazie, infatti, c’è la sfilata dei carri votivi che trasportano per il borgo fino alle pendici del Castello Baronale, edificato da Leone III nel IX secolo, quadri di enormi dimensioni realizzati interamente di chicchi di grano. È una festa di gioia e incontro, che raduna gruppi folkloristici da tutto il mondo, e questo credo sia una delle qualità migliori della mia terra: la capacità di aprire le braccia al mondo.

A proposito di aprire la braccia o sollevarle al cielo come Rocky Balboa il nostro cammino non può che terminare sulla cima di Monte d’Oro, dove la Torre di Scauri è simbolo del Parco Riviera di Ulisse e domina una città che negli ultimi anni si è trasformata con una sola parola chiave: accogliere. A tal proposito mi piace ricordare un aneddoto della mia città. Proprio qui a due passi da Monte d’Oro e dalle mura megalitiche che sono alle sue pendici, ha vissuto l’ingegnere Umberto Nobile. Per chi non se lo ricordasse, Nobile è stato uno dei pionieri dell’aeronautica italiana, e divenne famoso al grande pubblico per le sue due trasvolate in dirigibile del Polo Nord, compiute nel 1926 a bordo del dirigibile Norge e nel 1928 a bordo del dirigibile Italia. Ebbene, in una sua citazione afferma: “Oggi non è più il tempo delle grandi imprese individuali. Oggi per tentare un’impresa nuova, bisogna avere a disposizione migliaia di persone”. In altre parole, per allargare i confini dei nostri obiettivi, bisogna allargare le nostre frontiere umane. La nostra terra oggi è pronta a far questo.

È vero, qui non è Ibiza, ma non vogliamo neanche esserlo. Lo spirito che si respira è quello di un enorme villaggio vacanze tipicamente italiano. Qui l’estate dura ancora (almeno) quattro mesi all’anno, da giugno a settembre, ma chi può inizia ad andare al mare a maggio e finisce a ottobre. Come direbbero Jovanotti e Muccino, viviamo con “l’estate addosso”. Chi arriva o chi vive da noi può tranquillamente dimenticarsi dell’auto. Tutto è concepito per essere raggiunto a piedi (torna la metafora del cammino) e per le destinazioni più lontane ci sono le navette serali gratuite. Inoltre, ogni trecento metri c’è un’area giochi per bambini, ogni giorno ci sono spettacoli gratuiti per tutte le età con grandissima attenzione al teatro, ci sono aree fitness e lezioni di yoga all’aperto, percorsi di nordic walking e una pista ciclopedonale a ridosso del mare di 2 chilometri.

E poi alla fine c’è il mare. Uno dei simboli è la Grotta Azzurra, che un tempo veniva chiamata Grotta delle Sirene e non nascondo che a me piace ricordarla così anche perché, non troppo conosciuta e raggiungibile solo via mare, mantiene intatto il proprio fascino misterioso e selvaggio. A poche pagaiate o pedalate di pedalò c’è la Spiaggia dei Sassolini, più volte diventato set cinematografico per grandi registi e attori e scelto dall’indimenticato Nino Manfredi come sua dimora perché passeggiando proprio sul lungomare di Scauri conobbe sua moglie. Chissà quanti amori sono nati e nasceranno sulla nostra passeggiata vista mare. A proposito di pedalò, invece, si racconta che il mitico Lucio Dalla arrivò via mare proprio a bordo di un pedalò per tenere il suo storico concerto con lo sfondo della fabbrica di laterizi Sieci, un esempio di archeologia industriale diventato simbolo della nostra città con la sua torre del tipico forno Hoffmann.

Lo so, sono di parte, ma non riesco a non parlare della città di cui sono sindaco da ormai sette anni con occhi innamoratissimi e sempre nuovi. E pensare che per tanti anni lo studio e il lavoro mi hanno allontanato da questa terra e un po’ ne avevo perso di vista la bellezza. Ma questo è un difetto tipicamente italiano, guardiamo a Ibiza e ci dimentichiamo che ogni angolo del nostro Paese è una meta turistica da vivere 365 giorni all’anno. Bisogna solo mettersi in cammino. A proposito, Minturno-Scauri è anche una tappa della via Francigena. Io mi rimetto in cammino, per chi vorrà sarò qui a macinare chilometri e ad accogliervi. Vi saluto con una poesia del poeta decle scritta nei vicoli del borgo medievale: “Minturno a te dico, libera la tua antica bellezza al mondo, come da questo vico, lo sguardo s’apre al mare in fondo, ricorda i tempi delle regne che maturano al sole e scopri i giorni che ci faranno vivere emozioni nuove”.

Gerardo Stefanelli

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