La vicenda familiare
“Mio figlio Giulio rapito in Ucraina dalla madre, non so dov’è”, l’appello di Giovanni per bimbo di 10 anni
Giovanni Arcangeli cerca suo figlio, in Ucraina. Non ha più sue notizie dall’esplosione della guerra, dall’invasione annunciata come un’operazione di “smilitarizzazione” e “denazificazione” dal Presidente russo Vladimir Putin. Giulio ha 10 anni. “Si trovava in Ucraina dopo che mia moglie, che da tempo ha perso la patria potestà, lo ha trattenuto e nascosto a Belgorod Dnestrovskij nella zona di Odessa“. Proprio nella città che secondo il Presidente Volodymyr Zelensky sarà nelle prossime ore bersaglio dei bombardamenti russi. Arcangeli accusa la moglie di sequestro di persona e maltrattamenti. Ha depositato un esposto in Procura a Roma.
“Mia moglie non risponde ai messaggi – ha scritto nel documento l’uomo – Mio figlio aveva il passaporto italiano, ma gli è stato rubato e le autorità italiane in Ucraina erano pronte al rilascio di uno nuovo, però la madre non ha permesso al bambino di recarsi presso l’ambasciata italiana a Kiev per il dovuto riconoscimento. Può essere stato portato in Moldavia e da lì altrove, anche sotto falso nome, visti gli scarsi controlli a seguito della contingente situazione di conflitto armato in Ucraina”.
Una sentenza della Cassazione del 18 ottobre scorso ha conferito a Giovanni Arcangeli, 48 anni, l’affido esclusivo del bambino che però da oltre tre anni è stato portato in Ucraina dalla madre. Tutto era cominciato con un vacanza nel 2016 per trovare i parenti della moglie: Tetyana però in quell’occasione era sparita con Giulio. Da allora una lotta del padre per riportare a Roma il bambino. Giulio sarebbe nascosto ora a Belgorod Dnestrovskij.
“Sono tre anni che non ho contatto fisico con mio figlio, riesco a vederlo solo di nascosto, quasi spiandolo – dice all’Adnkronos Giovanni Arcangeli – Questo perché in Ucraina sono stato anche vittima di un’aggressione con l’acido che mi ha fatto perdere un occhio e adesso ho paura. Sono molto preoccupato per mio figlio. Non so dove sia e la madre, che è decaduta dalla potestà, non risponde alle domande se non un laconico quanto inutile ‘stiamo bene’. Molte zone sono state minate e, come sempre avvenuto, ci saranno molti rischi anche dopo le bonifiche. Inoltre, come ha denunciato il parlamento ucraino, in molte zone sono stati gettati giocattoli bomba”.
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