Nel “Si&No” del Riformista spazio al dibattito sull’ordinanza del comune di Monfalcone contro “le preghiere islamiche nel piazzale”. Favorevole Anna Maria Cisint, sindaco di Monfalcone, contrario lo scrittore Andrea Venanzoni.

Qui il commento di Anna Maria Cisint, sindaco di Monfalcone:

Per un vero credente, come nel mio caso, la preghiera è un valore fondamentale ed è sempre esperienza intima e personale. Dobbiamo fare nostro l’insegnamento che quando preghiamo dobbiamo essere umili affinché le nostre parole non siano vaniloquio. Nel contempo Montesquieu ci insegna che la legalità è il principio che garantisce la libertà. Si possono volutamente travisare le mie parole per faziosità e strumentalizzazione politica – come ha fatto La Repubblica – ma ciò non cambia la sostanza dei fatti e dei comportamenti. Nessuna volontà di violare in alcun modo il valore fondamentale della preghiera, ma anche necessità per un sindaco di assicurare la libertà dei propri concittadini applicando i principi di legalità. Non può essere che la sinistra e i suoi portavoce si richiamino a Montesquieu come padre della democrazia quando fa comodo, e dimentichino i principi che sono alla base della convivenza civile di ogni popolo libero.

Nei miei confronti è stata inventata una vera e propria bufala. Il virgolettato che mi è stato attribuito da La Repubblica mi ha molto sorpreso, visto che un’azione del genere viene da chi dice di fare la battaglia contro le fake news. Non ho mai detto né pensato che qualcuno non debba pregare. La realtà è tutt’altra: ho solamente sottolineato la necessità di rispettare la legge italiana, in particolare quando la violazione delle norme può comportare pregiudizio anche alla sicurezza pubblica. Rimando al mittente queste gravi e infamanti accuse. Infatti la mia premessa è chiarissima: la libertà di culto è un valore per tutti, ma deve avvenire nel rispetto delle norme. La sinistra e i giornaloni dovrebbero stare attenti e concentrarsi per approfondire altri aspetti, come ad esempio la grave situazione di islamizzazione integralista che avanza. Perché, ad esempio, non si occupano del valore della donna? Perché è accettato il fatto che nel momento in cui le ragazze diventano fertili quasi sempre vengono rispedite a casa, trattate un po’ come schiave? Perché non si affrontano questi problemi di sostanza, veri?

Monfalcone è una città molto difficile, con una percentuale altissima di stranieri residenti: in molti casi si tratta di musulmani, una comunità sempre più numerosa che sta mostrando il carattere dell’integralismo intollerante che alimenta crescenti legittime preoccupazioni nella stragrande maggioranza dei miei concittadini. È logico che governare una realtà come questa è assai complesso. Noi siamo molto attenti per far sì che si rispettino tutti i cittadini attraverso il rispetto delle norme. Anche a seguito di segnalazioni, i nostri tecnici hanno verificato cosa stesse succedendo all’interno di due locali: per uno l’associazione ha avuto l’autorizzazione (perché il Piano Regolatore così prevede) a natura commerciale; per l’altro a natura direzionale. Nel corso degli anni sono state effettuate le verifiche del caso sia di tipo urbanistico sia sul piano della sicurezza pubblica: è stato appurato che l’attività all’interno di questi immobili era prevalentemente se non esclusivamente quella della preghiera. È come se un proprietario di un garage il giorno dopo decidesse di farne una discoteca senza il rispetto delle caratteristiche. Il Piano Regolatore è uno strumento importantissimo di pianificazione di una città. Tra l’altro non l’ho fatto io, l’ho trovato da un’altra persona che non è affatto di centrodestra: io sono al secondo mandato, al settimo anno.
Le associazioni hanno deciso di violare le norme. All’interno dell’immobile hanno partecipato centinaia e centinaia di persone. Come se non bastasse la sala, durante le funzioni religiose, era totalmente sovraffollata che neppure l’accesso interno era consentito. Bisogna tenere in considerazione che l’aggravio del carico urbanistico e il non indifferente affollamento rappresentano un serio pericolo per l’ordine e per l’incolumità pubblica, specialmente per l’assenza di presidi di sicurezza. Quindi, dopo i mesi di verifica, sono state emesse da parte dei tecnici le due ordinanze. Tuttavia va precisato un aspetto assolutamente fondamentale: non vietano nulla. Ciò che stabiliscono è che deve essere ripristinato lo stato d’uso originario. A mio giudizio è molto grave la favola costruita per mettere in croce un sindaco che invece secondo me dovrebbe essere sostenuto nel tentativo di far rispettare la legge. Tutti devono essere consapevoli di vivere in un Paese dove non si fanno figli e figliastri. Trovo tutto ciò davvero deplorevole. Non c’è nessuna limitazione alla libertà di culto. C’è invece sicuramente una consapevolezza: quando si chiede il rispetto delle norme – la cui violazione può portare anche a situazioni di problematiche di sicurezza – si viene bollati con degli aggettivi gravissimi, e quando lo fai nei confronti di associazioni musulmane anche peggio. L’esempio precedente del garage adibito a discoteca non avrebbe portato via neanche tre righe sulle colonne dei giornali del nostro Paese. Rimando al mittente queste infamanti accuse. La legalità è il principio fondante e l’ossatura che garantisce la libertà di tutti i cittadini senza distinzioni pretestuose di razza e religione che nel mio personale atteggiamento non hanno mai avuto alcuna considerazione.

Anna Maria Cisint

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