La polemica
Monologo Scurati, Meloni: “La Rai non paga 1800€ per un minuto”. Lo scrittore replica: “Falsità, silenziato mio pensiero sul fascismo”
Botta e risposta Meloni-Scurati. Dopo la decisione della Rai di bloccare la partecipazione dello scrittore al programma CheSarà “per aspetti di natura economica e contrattuale” come sostiene Paolo Corsini direttore dell’approfondimento Rai, e la pubblicazione di un documento riservato che invece smentiva quest’ultima ipotesi mostrando di fatto la dicitura “motivazioni editoriali” dietro il blocco del suo discorso, anche la Premier Giorgia Meloni – pubblicando sui suoi canali social il monologo di Scurati – ha cercato di precisare i contorni della vicenda.
L’attacco di Meloni a Scurati
“In un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso – polemizza la premier -. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1.800 euro per un minuto di monologo. Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare). Chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini”. La seconda è “perché gli italiani possano giudicarne liberamente il contenuto”, precisa la presidente del Consiglio, che augura “buona lettura”.
Il contenuto del monologo
Per ricordare il 25 aprile, il monologo di stasera di Scurati sarebbe partito dalla descrizione dell’omicidio di Giacomo Matteotti, commemorato “in questa nostra falsa primavera” assieme alle “stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944”. Nel testo, pubblicato nel primo pomeriggio, si legge dei riferimenti alle “Fosse Ardeatine a Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto”, e ancora di quell’omicidio di cui “Mussolini fu immediatamente informato”. Con “Il duce che – ricorda Scurati – oltre al delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania”.
Serena Bortone legge il monologo di Scurati
Il caso Scurati era stato sollevato dalla conduttrice Serena Bortone: “Nella puntata di questa sera di CheSarà era previsto un monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato – scriveva sui suoi canali social questa mattina -. Non sono riuscita a ottenere spiegazioni plausibili”. Bortone ha poi scelto di leggere ugualmente in apertura di trasmissione il testo scritto da Scurati. “Finché la parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del movimento continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”, conclude la conduttrice.
La risposta di Scurati: “Compenso pattuito, il mio monologo silenziato per motivi editoriali”
La risposta di Scurati arriva su Repubblica: fa notare alla Premier che è lei stessa a “riconosce di non sapere ‘quale sia la verità’ sulla cancellazione dell’ intervento in Rai”, smentendo le sue dichiarazioni. “Quanto lei afferma è falso, sia per ciò che concerne il compenso sia per quel che riguarda l’entità dell’impegno. Non merito questa ulteriore aggressione diffamatoria. Sono stato trascinato per i capelli in questa vicenda, il prezzo consensualmente pattuito con la stessa azienda dall’agenzia che mi rappresenta e perfettamente in linea con quello degli scrittori che mi hanno preceduto. La decisione di cancellare il mio intervento è evidentemente dovuta a “motivazioni editoriali”, come dichiarato esplicitamente in un documento aziendale ora pubblico. Il mio pensiero su fascismo e postfascismo, ben radicato nei fatti, doveva essere silenziato”. E infine la nota sull’attacco ricevuto da Giorgia Meloni, quella che Scurati ricorda essere una vera violenza: “Pur di riuscire a confondere le acque, e a nascondere la vera questione sollevata dal mio testo, un capo di Governo, usando tutto il suo straripante potere, non esita ad attaccare personalmente e duramente con dichiarazioni denigratorie un privato cittadino e scrittore suo connazionale tradotto e letto in tutto il mondo. Questa, gentile Presidente, è una violenza. Non fisica, certo, ma pur sempre una violenza. È questo il prezzo che si deve pagare oggi nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?”.
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