L'analisi
Monopattini, il nuovo codice della strada taglia le gambe allo sharing. Così i nuovi limiti rischiano di paralizzare il settore
In 30 anni la tecnologia ha cambiato molto il settore della mobilità sulle nostre strade e non solo. Il nuovo codice della strada è molto vicino a diventare legge. Era dal 1992 che l’ultimo testo normativo era in vigore. Certamente i cambi da fare erano molti, anche perché il settore della mobilità è cambiato negli ultimi decenni, diventando più sicuro (siamo passati da circa 7500 morti all’anno del 1991 a circa 3100 morti sulle strade nel 2023), ma sicuramente anche più complesso. Su alcuni nodi le diverse parti sono d’accordo con la riforma, si pensi all’inasprimento delle pene per chi utilizza i cellulari durante la guida o alle sanzioni più elevate per chi guida in stato di ebbrezza. Questi due comportamenti sono estremamente pericolosi e, insieme al mancato rispetto della velocità massima, sono tra le principali cause di incidenti e di mortalità sulle strade italiane (e mondiali). Il codice della strada diventa molto più rigido su determinati comportamenti seguendo dunque le statistiche del settore.
Il caso dei monopattini
Su altri punti ci sono state invece diverse discussioni riguardanti argomenti tra i più disparati, come ad esempio per la cosiddetta mobilità dolce. Tra maggioranza e opposizione sono dunque scoppiate diverse polemiche sulle tematiche che riguardano la sicurezza della mobilità e che invece dovrebbero essere più fattuali. L’introduzione del casco obbligatorio, attraverso il nuovo codice della strada, per l’utilizzo del monopattino in sharing è una normativa che rischia di andare ad incidere in maniera molto rilevante sul settore stesso e sulla mobilità di sharing in generale (i monopattini cubano infatti oltre il 50% della totalità dei noleggi). Non c’è quasi nessun caso al mondo dove una normativa così restrittiva è stata introdotta. Eccezion fatta per Israele, dove il casco obbligatorio è diventato legge e gli effetti sull’utilizzo della mobilità in sharing sono stati molto rilevanti.
Cambia il mercato
In primo luogo, si è vista una caduta del mercato di circa il 30 per cento, riducendo quindi in maniera rilevante questo tipo di trasporto. Si sono inoltre registrati atti di vandalismo importanti sul casco e sul meccanismo di installazione dello stesso con dei tassi che sono arrivati a toccare il 12% al mese, provocando un aumento di costo rilevante. I costi sono dunque molto importanti per l’introduzione di tale norma, così come la caduta della domanda del servizio da parte del pubblico. C’è da considerare che i monopattini elettrici in sharing sono molto sicuri, anche per via delle autolimitazioni imposte ai mezzi stessi (quale ad esempio una velocità massima di 20 chilometri orari) e alla tecnologia sempre maggiore sui mezzi.
Il limite di 30km/h
La domanda che la politica dovrebbe porsi è quale sia il livello di sicurezza attuale del settore dei monopattini in sharing in Italia, e quale sia l’impatto della nuova normativa restrittiva sul settore, guardando i dati. Da un punto di vista di tempistiche, è possibile fare ancora dei cambiamenti tramite degli emendamenti su questa tematica per non distruggere un settore che diventa sempre più rilevante nelle nostre città. Sempre sulla sicurezza stradale, negli ultimi mesi si era accesa una polemica circa il limite di 30 chilometri orari introdotto da alcune amministrazioni comunali in maniera abbastanza generalizzata: questo è stato il caso di Bologna. La polemica qui è stata ancora più veemente perché, se da un lato nessuno nega che grazie a dei limiti più bassi possa diminuire la mortalità negli incidenti cittadini, dall’altro lato c’è indubbiamente un costo legato all’incremento del traffico, laddove le velocità medie erano superiori, e potenzialmente anche dell’inquinamento.
Diminuire la velocità in prossimità di scuole, asili o altri “punti sensibili” è del tutto logico, ma generalizzare all’80% delle città un limite di 30 chilometri orari può portare ad aumentare il traffico nelle nostre città. Piuttosto sarebbe bene cercare di fare rispettare i limiti esistenti, perché diversi incidenti mortali nelle nostre città derivano da comportamenti scorretti di alcuni automobilisti. Infine, un appunto su tema molto rilevante per il futuro: la guida autonoma. Abbiamo casi già funzionanti di taxi a guida autonoma in diverse città del mondo e questa tipologia di veicoli senza conducente diventerà sempre più rilevante negli anni a venire. Il codice della strada poteva intervenire su questa tematica, anche perché sarà proprio nei prossimi 30 anni che vedremo i grandi cambiamenti avvenire.
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