Cavallo di battaglia della qualità
Montalcino, il distretto che conquista il mondo
Nel 1992 un ettaro di terreno vitato di Brunello di Montalcino valeva 40 milioni di vecchie lire (36.380 euro attuali secondo il coefficiente Istat per l’attualizzazione dei valori). Oggi il prezzo è circa 20 volte superiore, pari a 750 mila euro. Una rivalutazione record del +1.962%. Stando alle stime 2020 del Consorzio, il “vigneto Brunello” vale oggi circa 2 miliardi di euro complessivi, e continua ad attrarre investimenti. Il che dimostra quanto possa essere importante per l’Italia l’asset dell’agroalimentare (e, all’interno di questo, il settore vitivinicolo).
Il trentennale di Benvenuto Brunello – evento in corso in questi giorni che ha inventato le “anteprime” dei vini italiani nel 1992 – è l’occasione per fare il punto sull’esplosione di un vero e proprio distretto economico del vino che oggi miete successi in tutto il mondo. A partire dai primi anni ’90, la produzione di Brunello porta a Montalcino professionalità da 70 paesi diversi. Nel corso degli anni – spiega al ricostruzione di WineNews realizzata con il supporto del Consorzio – il miracolo economico e culturale dell’area diventa evidente. Basti pensare che il 15,8% della popolazione di Montalcino è fatta da stranieri: il doppio della media italiana con una grande capacità attrattiva. E che il tasso di disoccupazione non arriva al 2%, con grandi opportunità di lavoro anche per i comuni limitrofi.
Il peso dell’agroalimentare è decisivo. Non solo vino, ma tartufo bianco, olio, miele, zafferano, formaggio, prugne, pasta e farro: tanti prodotti che vedono l’impegno di quasi la metà delle imprese locali. Gli effetti a cascata per il benessere e le opportunità del territorio sono importanti. Basti pensare alla grossa spinta che ha ricevuto il turismo enogastronomico con la moltiplicazione di esercizi nel campo della ristorazione e dell’ospitalità. Ogni anno oltre 1 milione di enoturisti e “big spender” arrivano a Montalcino: in 7 casi su 10 si tratta di stranieri provenienti da più di 60 Paesi. “Il concetto di qualità – ha detto il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – oggi non si limita al solo vino ma abbraccia una sfera più ampia. A un aumento della qualità del Brunello corrisponde in maniera direttamente proporzionale un incremento del benessere socioeconomico della comunità sul territorio”.
Il cavallo di battaglia della qualità e del prestigio internazionale resta il vino: con un impatto incredibile se si pensa che gli ettari vitati sono pari soltanto al 15% delle superfici agricole. Oggi in commercio si trovano 14 milioni di bottiglie (9 milioni di Brunello di Montalcino e 4 milioni di Rosso) prodotte da 218 aziende. Il 70% del prodotto va in 90 paesi di tutto il mondo. Infine, gli stock conservati in botte nei caveau delle cantine, secondo l’analisi di WineNews, valgono già 400 milioni di euro e addirittura 1,2 miliardi una volta che il Brunello sarà imbottigliato e pronto alla vendita.
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