L'ordinanza sulla cauzione
Monte Bianco, per scalarlo ci vogliono 15mila euro: “Prima ti paghi i soccorsi e il funerale”

Chi vorrà scalare la vetta del Monte Bianco dovrà versare una cauzione da 15mila euro. È l’ordinanza adottata dal sindaco di Saint-Gervaiss, comune francese nell’alta Savoia su cui si trova l’itinerario di salita, per contrastare le decine di “pseudo alpinisti” che ignorano la raccomandazione di non scalare il Monte Bianco lungo la via normale francese dal rifugio del Gouter a causa delle importanti cadute di pietre legate alla siccità. Il sindaco ha parlato apertamente di “pazzi” pronti a giocare alla “roulette russa”.
La norma è dura, piuttosto discussa, e sta facendo il giro del mondo. La cauzione contempla 10mila euro di “costo medio dei soccorsi” e 5mila euro di “spese di sepoltura della vittima”. L’itinerario oggetto dell’ordinanza è fortemente sconsigliato anche dalle guide alpine che hanno sospeso le salite fino al 15 agosto. Il pericolo più grande lungo la salita è il cosiddetto “Couloir du Gouter”, dove ogni estate piovono scariche di sassi. Sul versante italiano, lungo la via Ratti, sono invece pochissimi gli scalatori che si stanno cimentando per via del caldo anomalo che ha reso impraticabile l’itinerario.
“È inaccettabile che sia il contribuente francese a pagare questi costi”, la posizione del sindaco Jean-Marc Peillex che se la prende con “i pazzi candidati alla morte che vogliono salire in vetta al Monte Bianco”. A poco è servita la raccomandazione diramata a metà luglio di evitare la via dal rifugio Gouter. Da anni il sindaco francese denuncia situazioni di negligenza e atti di inciviltà: sovra frequentazione, alpinisti improvvisati, alcuni con bambini piccoli al seguito.
“Il 30 luglio sono stati fermati dalla gendarmerie dei romeni che erano diretti verso la cima con pantaloncini e scarpe da ginnastica. Quando gli è stato intimato di tornare indietro hanno risposto che ci avrebbero riprovato il giorno dopo. Di fronte a questo disprezzo abbiamo deciso di prendere dei provvedimenti contro l’incoscienza di qualcuno e per i rischi che si fanno prendere ai soccorritori”.
Il sindaco propone anche di destagionalizzare la montagna, visti i cambiamenti climatici in atto, di anticipare l’apertura e posticipare la chiusura degli impianti di risalita in modo da affrontare le ascese prima e dopo le ondate di caldo. Durante i periodi di caldo più intenso alcuni impianti dovrebbero invece restare chiusi in maniera da scoraggiare salite ad alto rischio.
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