“Formalmente non c’è la certezza che quel corpo sia di Massimo Bochicchio, manca il certificato di morte e il fratello dice che è irriconoscibile“, così l’avvocato di Massimo Bochicchio, Gianluca Tognozzi, ha spiegato la situazione dopo la notizia della morte del broker accusato di aver truffato vip del calibro degli allenatori Antonio Conte e Marcello Lippi, dei giocatori Patrice Evra e Stephan el Sharawi, dei procuratori sportivi Federico Pastorello e Luca Bascherini. Ieri è rimasto vittima di un incidente in moto, a poche ore di distanza dalla terza udienza del processo a suo carico.

“Abbiamo avuto notizia da fonti aperte che l’imputato Massimo Bochicchio è rimasto vittima di un incidente. Ma ancora non è documentato giuridicamente , non c’è un certificato di morte”, hanno detto i giudici del tribunale di Roma. Ieri mattina intorno alle 11,30, Bochicchio si è schiantato contro un muro mentre percorreva via Salaria a bordo della sua moto, una BMW. Era uscito dalla casa dove era ristretto ai domiciliari approfittando di un legittimo permesso. Diverse le ipotesi su cui indaga la procura di Roma, anche se la più accreditata resta quella di un malore che lo ha colto mentre guidava la due ruote facendolo quindi andare a sbattere contro un muro. La moto è esplosa e il corpo di Bochicchio è andato a fuoco. Per questo motivo sono occorse diverse ore prima di poterlo identificare dalla targa del veicolo. La moto era la sua, il corpo, carbonizzato, ancora non si sa con certezza.

Il fratello del broker di fronte a quanto ha visto non ha potuto essere di alcun aiuto e non ha riconosciuto la vittima. A questo punto dalla Procura potrebbero decidere di sottoporre il corpo a una analisi del Dna per dare nome ai resti. “Non si deve strumentalizzare la morte di una persona costruendo un film su qualcosa che non esiste — precisa Gianluca Tognozzi avvocato che difendeva il broker — Siamo in attesa del certificato di morte che arriverà, come da prassi in questi tragici casi, dopo il riconoscimento della salma”.

Intanto il tribunale di Roma ha rinviato formalmente il processo sui 70 milioni investiti dai vip e scomparsi nel nulla. I giudici della settima sezione non hanno ancora formalmente estinto il processo, arrivato alla terza udienza, per “morte del reo”.
I pm di Roma attendono una prima informativa per aprire formalmente un fascicolo di indagine in relazione alla morte del broker Massimo Bochicchio, deceduto ieri in un incidente stradale su via Salaria. Al momento gli inquirenti propendono per un decesso legato ad un malore ma risposte in tal senso si avranno dall’autopsia che verrà affidata e, se necessario, sarà svolto anche il test del Dna alla luce del fatto che il corpo è completamente carbonizzato. Per potere effettuare gli accertamenti tecnici, comprese le verifiche sulla moto, il procedimento potrebbe essere incardinato per istigazione al suicidio.

Ma i magistrati della procura di Roma, che nelle prossime ore apriranno un fascicolo per istigazione al suicidio, si concentrano su due ipotesi. La prima, più accreditata, è quella di un malore che avrebbe colpito Bochicchio mentre era in sella alla sua Bmw. La seconda è quella del suicidio, anche per escludere l’unico scenario possibile oltre al malore. Al momento infatti non trova riscontro l’ipotesi di un guasto della due ruote, vista l’assenza di segni visibili sull’asfalto e la dinamica dell’impatto. E si esclude anche un incidente stradale causato da un altro mezzo. A confermarlo sono state due testimonianze.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.