Versioni che non coincidono
Morte David Rossi, il mistero dell’ultima telefonata: nei tabulati non ci sono tracce della chiamata della Santanchè
I misteri nell’inchiesta sulla morte di David Rossi, l’ex capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena trovato senza vita il 6 marzo del 2013 dopo esser volato dalla finestra al terzo piano di Palazzo Salimbeni, sono sempre più fitti.
Come rivelato dai tabulati e dall’esame del cellulare di Rossi depositati agli atti delle due inchieste archiviate dalla Procura di Siena, non vi sono tracce della presunta ultima telefonata ricevuta da Rossi.
Nessuno infatti avrebbe risposto al suo telefono durante il sopralluogo effettuato nel suo ufficio subito dopo la sua morte. A rivelarlo oggi è il Corriere della Sera: una versione che dunque è in netto contrasto con quanto riferito durante l’audizione in commissione parlamentare d’inchiesta dal colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco, all’epoca dei fatti comandante provinciale dei carabinieri di Siena.
In commissione Aglieco aveva invece affermato come a rispondere al cellulare fu uno dei pm impegnati nel sopralluogo, Antonino Nastasi. (sul posto c’erano anche Nicola Marini, di turno quel giorno, e Aldo Natalini)
Le telefonate in questione sarebbero due: una da parte di un giornalista e l’altra di Daniela Santanché, senatrice che in realtà nel 2017 durante una trasmissione tv aveva spiegato di non aver ricevuto risposta, mentre dopo l’audizione di Aglieco ha poi cambiato versione precisando che qualcuno rispose dal telefono, ma senza pronunciare mai parola.
In base ai tabulati presenti nelle carte dell’inchiesta archiviata, l’ultima telefonata registrata sul telefono dell’allora capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena la sera della sua morte fu quella della moglie, otto secondi di conversazione alle 19:02.
Da quel momento lo smartphone di Rossi, un iPhone 5, registrerà solo chiamate perse, compresa quella di Daniela Santanché. Il manager di Mps si schianterà al suolo, ripreso da una telecamera di sorveglianza, alle 19:43 di quel 6 marzo 2013.
LA DIFESA DEI PM – Una ricostruzione dei fatti, quella fornita in commissione parlamentare d’inchiesta dal colonnello Aglieco, che i tre pm intendono ‘rovesciare’. Nastasi, Marini e Natalini, che saranno ascoltati tra gennaio e febbraio, in primo luogo intendono dimostrare che Aglieco non fosse presente nella stanza di David Rossi alle 21:59, quando Daniela Santanchè chiamò il suo amico dirigente di Mps.
Il colonnello, all’epoca dei fatti comandante provinciale dei carabinieri di Siena, per i pm fiorentini già andato via e quindi non avrebbe potuto ascoltare la presunta risposta all’iPhone di Rossi da parte di Antonio Nastasi.
Magistrati che intendono negare anche l’altra ‘accusa’ arrivata da Aglieco in sede di commissione parlamentare, ovvero di aver rovesciato sul tavolo di Rossi il cestino con i fazzoletti sporchi di sangue, per poi rimetterlo al suo posto. Sarebbe stato uno dei carabinieri a indicare i foglietti stracciati con quelle frasi che sarebbero state scritte da Rossi, ’Ciao Toni, mi dispiace, l’ultima cazzata che ho fatto è troppo grossa…’, e sarebbero rivolte alla moglie Antonella. Poi qualcuno li avrebbe stesi sulla scrivania, ma nessuno dei tre pm presenti sulla scena.
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