Fabrizio Viola, ex amministratore delegato pro tempore di Mps, è comparso oggi 10 marzo di fronte alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi, l’ex capo comunicazione della banca morto il 6 marzo 2013 dopo essere precipitato dalla finestra di Rocca Salimbeni, la sede della banca a Siena.

La sua testimonianza era molto attesa: l’audizione è durata circa tre ore, con gli ultimi venti minuti secretati.  “Questa tragedia, insieme a tanti altri problemi, è quella che più mi ha colpito dal punto di vista umano e che ancora oggi mi crea turbamento“, ha detto Viola ai commissari.

“Mi rimbombano le parole scritte in quella mail”

Non c’è ombra di dubbio che il livello di complessità che le persone, tutto il management della banca, dovevano gestire, era assolutamente straordinario e i livelli di stress straordinari” ha spiegato Viola alla commissione. Una situazione che l’aveva spinto anche a chiedere il supporto della coach aziendale per i dirigenti.

Quando oggi si parla di David Rossi mi rimbombano, non solo in testa, le parole scritte in quella e-mail, ma anche tutto ciò che c’è stato intorno. Siamo al paradosso che per me oggi parlare di Santorini e Alexandria è più facile che parlare di David Rossi“.

L’ex ad di Mps ha poi raccontato che David Rossi visse con enorme disagio la perquisizione del 19 febbraio 2013: “Quando l’ho rivisto dopo la perquisizione, ho trovato una persona colpita e toccata dal punto di vista psicologico“. Viola ha inoltre ricordato: “Quando gli è stata comunicata la perquisizione lui era casualmente nel mio ufficio e quando si presentò l’ufficiale della guardia di finanza mi ha preannunciato che avevano deciso di fare una perquisizione su un dirigente ancora in servizio. Io poi non l’ho visto per tutto il giorno e forse nemmeno il giorno successivo“, ha concluso, sottolineando di aver avuto rapporti piuttosto intensi con gli investigatori.

Le preoccupazioni di Rossi: perdere il lavoro e l’arresto

Dopo la perquisizione, le preoccupazioni principali di David Rossi erano la perdita di lavoro e l’arresto” ha riferito Fabrizio Viola. Aggiungendo un aneddoto: “Sull’arresto – ha spiegato – l’avevamo messa anche sul ridere. Lui mi diceva la frase ‘Mi porterai le famose arance’. E io gli dicevo ‘non ti voglio sminuire, ma dai le giuste dimensioni alle cose che succedono’”. 

Mentre, per quanto riguarda il posto di lavoro “credo di avergli dato più volte rassicurazioni sul fatto che questa era una cosa fuori dai nostri radar. Primo perché più volte gli ho ricordato l’apprezzamento mio e del presidente Profumo, secondo perché ho deciso di farlo diventare un invitato stabile nel comitato di direzione, luogo delicato dove giravano informazioni molto riservate, e nel programma di coaching. Due segnali di grande fiducia nei suoi confronti.

La mail ‘help’

La mail con oggetto ‘Help’, ha poi spiegato Viola, “ce l’ho stampata nella testa da nove anni, quelle parole mi rimbombano in testa ancora, mi sono sforzato più volte a capire cosa era successo“. La sua casella di posta elettronica era accessibile sia al capo della segreteria Fanti che alla signora Pieraccini, ha riferito. “Per quello che mi consta sapevo che la mia mail era solo a loro disposizione e quindi sono andato via relativamente tranquillo per tre giorni di vacanza a Dubai“.

L’ex ad di Mps ha poi specificato di non ricordare di aver letto quella mail.Quando David mi ha scritto di nuovo e mi ha detto che aveva bisogno di aiuto gli ho risposto di mandarmi una mail chiedendogli di cosa avesse bisogno. Nell’ambito di questa risposta credo di averlo tranquillizzato.” Della sua morte è venuto a conoscenza solo al ritorno da Dubai.

In merito alla fuga di notizie sull’azione di responsabilità e la richiesta danni nei confronti di Banca Nomura e Deutsche Bank, Viola ha detto di non aver mai avuto dubbi sul fatto che non fosse stata responsabilità del capo comunicazione della banca Monte dei Paschi di Siena. “Una delle sue caratteristiche era che nel momento in cui una notizia doveva essere riservata, per lui era riservata e restava tale. Io l’ho conosciuto come una delle persone più riservate sulla faccia della terra.

Siamo arrivati con le carte in riunione e David Rossi è stato tenuto all’oscuro. Ma non è stata una mancanza di fiducia. Eravamo in quattro a saperlo, anche per sua tutela”. Viola ha anche evidenziato come l’orario della cena fosse tale per cui “le redazioni erano ormai chiuse” e avesse appreso successivamente che la fonte della fuga di notizie era dentro il consiglio di amministrazione.

Nessun dubbio sul suicidio

I commissari hanno posto una precisa domanda a Fabrizio Viola: se David Rossi possa essere stato ucciso. “Mi sento di dire di no” ha risposto. “È il giudizio che mi sono dato avendo letto le carte, considerando abbastanza improbabile che qualcuno riesca ad entrare in banca e possa fare quello che ha fatto”. 

David Rossi era una persona molto sensibile, educata, gradevolissima, molto colta” ha aggiunto Viola. “Era sensibile, ma da lì a dire che quella sensibilità“, per interessi culturali e sociali, “lo potesse portare a quell’atto” del suicidio “non lo avrei mai pensato” ma comunque “io un omicidio non riesco ad immaginarmelo“.

La causa? Viola ha detto che pensava ci fosse dell’altro, che non fosse la banca, ma non ha mai avuti elementi  a supporto. E per quanto riguarda i famosi festini, l’ex ad di Banca Mps ha assicurato di averne sentito parlare per la prima volta in televisione. “E mi ha colpito perché neanche a Siena ne sapevano niente.” 

Viola ha poi spiegato di aver trovato una risposta all’accaduto nell’analisi che ha fatto la mental coach Ciani. “Il prestigio personale che per lui era tutto, accompagnato dal fatto che il lavoro era il centro della sua vita: mettendo tutto insieme mi dico che queste due componenti possano essere state anche deflagranti. Può darsi che siano stati dei detonatori“, ha dichiarato ancora il banchiere. 

Viola ha inoltre ricordato lo stato d’animo di Rossi nel momento in cui gli disse della morte del padre. “Mi disse ‘Mio padre è morto di crepacuore’, provai stupore, poi mi disse che un blog o due lo stavano martellando e che suo padre leggendo stava sempre più male”.

Io mi sono fatto l’idea che Rossi ha difeso la banca con correttezza – ha detto Viola – d’altronde sono sempre stato convinto della sua onestà intellettuale, non ho mai avuto dubbi su questo, infatti da quando siamo arrivati io e Profumo lo abbiamo confermato come capo della comunicazione di Mps.”

Redazione

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