Se ne è andato a 94 anni, compiuti lo scorso 2 febbraio. Ciriaco De Mita, ex presidente del Consiglio e segretario storico della Democrazia Cristiana, è morto poco dopo l’alba di questa mattina, 26 maggio, in una casa di cura dove era arrivato il 5 aprile a seguito di un attacco ischemico che l’aveva costretto in un primo momento al ricovero nell’ospedale Moscati.
Le condizioni di De Mita, sindaco di Nusco dal 2014, cittadina in provincia di Avellino dove viveva, si sono aggravate negli ultimi giorni. Il 20 febbraio scorso venne operato all’ospedale Moscati di Avellino dopo la frattura del femore in seguito a una caduta avvenuta in casa mentre scendeva le scale. Quel giorno, 19 febbraio, dopo una mattinata cominciata come di consueto con la lettura dei quotidiani e le telefonate con assessori e uffici del comune di Nusco, dopo pranzo si è concesso un breve riposo prima di scendere al piano terra della sua abitazione per la consueta partita a carte con gli amici di sempre e per organizzare il lavoro della giornata successiva. È stata una caduta dolorosa che lo ha fatto rotolare per alcuni metri in seguito alla quale l’ex presidente del Consiglio e leader della DC non ha mai perso conoscenza.
I funerali sono in programma venerdì 27 maggio alle 18,30 alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che sabato è impegnato in una visita ufficiale a Napoli. La famiglia dell’ex premier aveva inizialmente deciso per sabato mattina per il rito funebre.
Una vita in politica tra premier, ministro, segretario e parlamentare per oltre 40 anni
De Mita raggiunse l’apice del potere politico negli anni Ottanta, quando fu Presidente del Consiglio dei ministri in un governo formato dalla coalizione del Pentapartito (DC-PSI-PRI-PSDI-PLI) che cadde nel maggio del 1989, a causa di una crisi di governo cagionata dal leader socialista Bettino Craxi (suo principale alleato-rivale). È stato inoltre segretario nazionale dal 1982 al 1989 e poi presidente della Democrazia Cristiana dal 1989 al 1992, nonché quattro volte ministro. Deputato dal 1963 al 1994 e dal 1996 al 2008 ed europarlamentare dal 1999 al 2004 (è contemporaneamente deputato ed eurodeputato, analogamente a Franco Marini) e dal 2009 al 2014, dopo la Dc ha fatto parte del Partito Popolare Italiano e della Margherita e dal 2008 al 2017 dell’Unione di Centro.
“Non avevo lo stile per il Quirinale”
“Nel 1985, quando si trattava di scegliere il successore di Sandro Pertini, Alessandro Natta mi fece capire che i comunisti avrebbero potuto sostenere una mia candidatura al Quirinale”. Ma “ci vuole uno stile che io, diciamoci la verità, non avevo. A me piace l’analisi, il pensiero, mi piace chiacchierare. Un Presidente della Repubblica non può chiacchierare“. Ciriaco De Mita lo raccontava al ‘Corriere della Sera‘ in occasione del suo 90esimo compleanno, evocando inevitabilmente quei ragionamenti, ‘ragionamendi’ per dirla con cadenza irpina, elogiati da alcuni, criticati da altri, e che portarono l’avvocato a Agnelli a definirlo in modo pungente “un intellettuale della Magna Grecia“.
L’espressione intellettuale “è stata usata nei riguardi di Moro e paragonare un politico a Moro, dentro e fuori la Democrazia cristiana, è un complimento”, fu la replica dell’allora segretario della Dc, che non esitò a definire Agnelli “un mercante moderno, con poche idee e tanti interessi particolari“.
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