L'escalation del conflitto
Mosca minaccia Roma: “Alto rischio di guerra mondiale”
La Santa Sede non molla ma attorno al Papa “mediatore” di pace c’è chi sta facendo terra bruciata. E quel qualcuno non va ricercato nel solito “noto” di Mosca ma anche a Washington, a Bruxelles (Nato) e in diverse capitali europee, a est come a ovest (Roma compresa). La Russia è a conoscenza dei piani ucraini di usare una “bomba sporca”. Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, avvertendo che “il rischio di conflitto nel mondo e nella regione è alto”. Lo riferiscono le agenzie russe. “Stanno emergendo nuovi rischi e sfide per la sicurezza collettiva, principalmente a causa di un forte aggravamento del confronto geopolitico globale”.
Lo riporta la Tass. Il presidente russo ha anche affermato che ci sono prove dei piani di Kiev per utilizzare una “bomba sporca” contro la Russia, lo ha detto Putin parlando ai capi delegazione in una riunione del Consiglio dei capi delle Agenzie di Sicurezza e Intelligence dei paesi della Csi. L’Ucraina ha “di fatto” perso la sua sovranità diventando una colonia degli Stati Uniti, sentenzia Putin. Gli Stati Uniti usano l’Ucraina come un “ariete” contro la Russia e altri Paesi della Comunità degli Stati indipendenti, ha aggiunto. Kiev avrebbe già completato i preparativi tecnici per una “bomba sporca” afferma una fonte informata all’agenzia Ria Novosti. Si tratterebbe di un razzo da lanciare e poi abbattere nella zona esclusiva della centrale nucleare di Chernobyl per incolpare poi Mosca dell’accaduto. Ad aver preparato il razzo – sempre secondo la fonte – sarebbero gli specialisti dell’impresa ucraina Yuzhmash. Il modello sarebbe quello di un missile Iskander realizzato sulla base di un proiettile del sistema missilistico Tochka-U in modo da poterlo poi mostrare ai media occidentali e “convincere l’opinione pubblica della colpevolezza della Russia”, ha concluso la fonte.
La risposta che viene da Washington e da Bruxelles, versante Nato, è di quelle “muscolari”. E scatena la reazione russa. Lo schieramento da parte degli Usa della 101/a divisione aerotrasportata in Romania, annunciata nei giorni scorsi, aumenta i pericoli per la Russia e non porta ad un rafforzamento della stabilità. Così il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Tass. Controreplica Nato. I missili russi “hanno trasformato parti del Mar Nero in una zona di guerra”, avverte il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa con il premier della Romania Nicolae Ciucia. E sul dispiegamento di forze sul fronte orientale, Romania compresa, Stoltenberg ha sottolineato: “La Nato proteggerà e difenderà ogni centimetro del territorio alleato”.
“Putin sta fallendo nel campo di battaglia e sta rispondendo con violenti attacchi contro i civili e le città ucraine e con la violenta retorica sul nucleare” ma anche “con le accuse che l’Ucraina si starebbe preparando a usare una ‘bomba sporca’ radiologica. Questo è assurdo e gli alleati rifiutano queste false accuse”, incalza Stoltenberg. “La Russia non deve usare questi falsi pretesti per continuare la sua escalation di guerra”, ha aggiunto. “Non farò speculazioni su quanto durerà la guerra. Dico solo due cose. La prima è che siamo pronti a sostenere l’Ucraina fino a quando sarà necessario”, dice Stoltenberg. “La seconda è che la maggior parte delle guerre finiscono a tavolo negoziale e allo stesso tempo sappiamo che quello che l’Ucraina può ottenere al tavolo negoziale dipende totalmente dal campo di battaglia”, ha continuato.
“Esortiamo la Russia a rinnovare l’accordo delle Nazioni Unite sul grano mediato dalla Turchia e a garantire la fornitura continua di cibo a coloro che ne hanno più bisogno”. “Per mesi le forze russe hanno bloccato i porti ucraini, provocando la peggiore crisi alimentare globale degli ultimi anni”, ha ricordato Stoltenberg. A funzionare a pieno regime è la “diplomazia delle armi”. L’Ucraina riceverà il suo primo lotto di sistemi di difesa aerea Nasams (National Advanced Surface-to-Air Missile System) dagli Stati Uniti. Sviluppata dalla norvegese Kongsberg Defense & Aerospace e dall’americana Raytheon, la tecnologia missilistica Nasams è il sistema di difesa aerea più sofisticato fornito finora all’Ucraina. Parlando con la Cnbc, Greg Hayes, amministratore delegato di Raytheon, ha dichiarato che la sua azienda ha consegnato due settimane fa i primi due Nasams destinati all’Ucraina che stanno venendo installati in queste ore. “È un sistema di difesa aerea a corto raggio – ha detto Hayes – e potrebbe abbattere qualsiasi cosa nel cielo, dai droni ai missili balistici agli aerei da combattimento”.
In questo scenario a tinte fosche s’inserisce una nuova polemica, poco diplomatica, tra Mosca e Roma. “L’Italia ha gravemente violato il suo mandato di presidente” estromettendo gli esperti russi dal partecipare a una seduta sulle questioni operative dell’Iniziativa sulla lotta alla proliferazione di armi di distruzione di massa (Psi) apertasi ieri a Roma. E’ quanto afferma la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova citata dalla Tass. “Siamo indignati dal fatto che l’Italia abbia ritirato l’invito precedentemente inviato alla Russia alla riunione del Gruppo di esperti operativi (GEOV). Protestiamo con forza”, sottolinea Zakharova. “Questo è un altro attacco provocatorio contro la Russia. Rimuovendo i nostri esperti dalla partecipazione all’evento, l’Italia ha gravemente violato i suoi poteri, minato completamente la sua credibilità, ha segnato la sua riluttanza a svolgere funzioni di presidenza in modo coscienzioso e imparziale e a organizzare eventi multilaterali”, afferma Zakharova. “Tali azioni, che sembrano essere un tentativo di isolare la Russia, sono inaccettabili e distruttive”, ha concluso.
Immediata la replica della Farnesina secondo cui la decisione di non coinvolgere gli esperti russi è stata assunta d’intesa con i principali Paesi partecipanti all’iniziativa. “In uno spirito di trasparenza – sottolinea la Farnesina in una nota -, essa era stata preannunciata dall’Italia, nella sua veste di presidente di turno, alla Federazione russa”. “L’esclusione – scrive ancora la Farnesina – è motivata non soltanto dalla brutale aggressione russa all’Ucraina ma anche alla luce di un atteggiamento sempre più polarizzante e non cooperativo adottato da Mosca nei principali fori internazionali di disarmo e non proliferazione, da ultimo opponendosi, lo scorso agosto, all’approvazione unanime del documento finale della Conferenza di riesame del Trattato di non proliferazione. Già nel 2014 e 2015, alla luce dell’intervento russo in Crimea e degli sviluppi in Donbass, la Federazione russa era stata temporaneamente esclusa da analoghi esercizi. Sotto questo profilo, le dichiarazioni rilasciate oggi dalla portavoce del ministero degli Esteri russo appaiono del tutto pretestuose”.
Di diverso tenore le considerazioni svolte sull’altra sponda del Tevere. “Mosca? Se c’è una piccola apertura ne approfitteremo” ha detto ieri il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, interpellato dai giornalisti a margine dell’evento promosso da Avsi, “Beyond development, the future we want”. “Cosa deve ancora succedere, quanto sangue deve ancora scorrere prima di capire che la guerra non è mai una soluzione, ma solo distruzione? In un’epoca in cui si arriva a minacciare anche la distruzione totale con una guerra nucleare, è urgente riproporre un cammino capace di portare alla pace attraverso lo sviluppo umano e che possieda carattere morale e pieno rispetto della persona, e presti attenzione al grido della terra e dei poveri”, ha sottolineato il segretario di Stato vaticano nel suo intervento. E sulla tragedia ucraina è tornato ieri anche Papa Francesco. “Non dimentichiamo di pregare, di continuare con la preghiera per la martoriata Ucraina. Il Signore protegga quella gente e ci porti tutti sulla strada di una pace duratura”. Lo ha detto il Papa all’udienza generale.
“La Chiesa cattolica – la Chiesa, la santa madre Chiesa – è madre, madre di tutti i popoli. E una madre, quando i figli sono in litigio, soffre”, dice Bergoglio rispondendo alla domanda di un seminarista ucraino, nel corso di un’udienza concessa due giorni fa ai seminaristi e ai Sacerdoti che studiano a Roma. “La Chiesa deve soffrire davanti alle guerre, perché le guerre sono la distruzione dei figli. Come una mamma soffre quando i figli non vanno d’accordo o litigano e non si parlano – le piccole guerre domestiche – la Chiesa, la madre Chiesa davanti a una guerra come questa nel tuo Paese, deve soffrire. Deve soffrire, piangere, pregare. Deve assistere le persone che hanno avuto delle conseguenze brutte, che perdono la casa o ferite di guerra, morti”, ha detto il Pontefice. Assistere anche accettando di essere facilitatore di pace. Il Papa non si sottrae. E questo non fa piacere ai signori della guerra, palesi e occulti.
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