La notizia filtra, superando la riservatezza che avvolge la gestione della Procura targata Giovanni Melillo. Ed è una notizia che preannuncia la possibilità di cambiamenti. Il capo della Procura di Napoli, il più grande ufficio inquirente d’Italia, è tra i candidati in corsa per la guida della Direzione nazionale antimafia. Ha presentato la domanda poco prima dello scadere del termine per le candidature, scoprendo solo alla fine le sue carte. Questa volta, dunque, la scelta è certa e meditata.

Tre mesi fa il nome del procuratore era circolato tra i papabili per la corsa alla guida della Procura di Milano, un ufficio giudiziario meno grande di quello di Napoli ma delicato e complesso, storicamente quello più sotto i riflettori. Poi, alla fine c’era stato il colpo di scena con la decisione di Melillo di non presentare più la domanda. Cosa sarà cambiato in tre mesi? Chi conosce il procuratore di Napoli lo descrive come uomo abituato alle sfide, e anche attirato dai cambiamenti radicali. A voler mettere sul piatto della bilancia le due scelte valutate negli ultimi mesi, quella di Milano sarebbe stata una scelta di potere, questa alla Direzione nazionale antimafia è più di prestigio. Attualmente la Direzione nazionale antimafia è guidata dal procuratore Federico Cafiero De Raho, prossimo ai 70 anni e ad andare in pensione. Chi prenderà il suo posto sarà il sesto procuratore antimafia dopo Bruno Siclari, Pier Luigi Vigna, Piero Grasso e Franco Roberti.

Istituita negli anni Novanta, la Direzione nazionale ha oggi allargato la sua competenza dall’antimafia all’antiterrorismo. Due settori che il procuratore Giovanni Melillo conosce bene per aver coordinato, negli anni della sua carriera, moltissime indagini in entrambi i settori. C’è poi il suo peso “politico”, essendo stato capo gabinetto dell’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando e profilo sostenuto da Magistratura democratica. Quando nel luglio 2017 il Csm lo nominò alla guida della Procura più grande d’Italia, Melillo incassò i voti di sei su sette componenti laici, di cinque consiglieri di Area, del togato di Magistratura Indipendente Claudio Galoppi, del primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio e del Pg Pasquale Ciccolo, superando proprio Federico Cafiero De Raho per 14 voti a nove.

Oggi, in vista della corsa per la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, la sfida è con il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, che come Melillo tre mesi fa aveva rinunciato alla candidatura per la Procura di Milano sul filo di lana e ora si propone per la Dna. Gli altri candidati alla successione di Cafiero De Raho in via Giulia sono il procuratore di Firenze Marcello Viola, quello di Palermo Francesco Lo Voi, e i procuratori Carmelo Zuccaro (di Catania), Maurizio De Lucia (di Messina), Leonardo Leone De Castris (di Lecce), e Giovanni Russo, attualmente procuratore aggiunto in Dna.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).