Moto GP, a Philip Island continua la sfida tra Bagnaia-Martin. E nessuno può più sbagliare

Senza volerne sminuire la bellezza, l’Isola di Phillip Island, a due bracciate dalla città di Melbourne, nel sud dell’Australia, è conosciuta al mondo essenzialmente per due cose: i pinguini che di tanto in tanto fanno capolino sulle sue spiagge attirando frotte di curiosi pronti a scattare raffiche di fotografie e selfie e il Gran Premio d’Australia di motociclismo. Su un isolotto sparuto di poco più di cento chilometri quadrati e una popolazione che sfiora a malapena le diecimila persone, da oggi a domenica si svolgerà la quintultima delle venti tappe chiamate ad assegnare i titoli mondiali in palio, uno spettacolo annunciato che nel 2022 ha raccolto oltre 91mila spettatori attorno al circuito dello stato di Victoria.

Quando all’appello mancano cinque appuntamenti, la lotta al vertice del Motomondiale sembra essere un affare a due, con l’italiano – e campione del mondo in carica – Pecco Bagnaia in testa con 346 punti e, alle sue spalle, lo spagnolo Jorge Martin che l’insegue a quota 328; Bagnaia, in sella alla Ducati, proverà a far valere il sorriso ritrovato a in Indonesia, quando la caduta del suo rivale ha avviato il suo controsorpasso nella graduatoria iridata; sempre a cavallo di una Ducati, il suo principale sfidante sa bene che non può perdere terreno, specie considerando che alle loro spalle c’è sempre un terzo incomodo desideroso di approfittare di inattesi quanto a lui graditi scivoloni davanti. Marco Bezzecchi, che comunque parla Ducati, è sì un po’ attardato rispetto a coloro di cui al momento guarda le spalle, ma non così tanto da non tenere accesa la fiammella della speranza. Quando i punti sono 283, infatti, è lecito sognare, specie se voltandosi all’indietro c’è un vero e proprio abisso tra te e il quarto della classe (il sudafricano Brad Binder, che corre con la Ktm, ha 211 punti) e, dunque, gli unici riferimenti da mettere nel mirino sono quelli più avanti, senza pensare ad altro.

Il leader della MotoGp – e lo lascia chiaramente trasparire – non ha paura. Dopo essere risalito dalla 13° piazza alla prima meno di una settimana fa, non è certo il meteo alquanto mutevole dell’Australia a spaventarlo, benché la prevista pioggia tra domani e domenica e l’abbassamento della temperatura siano parametri da considerare ben bene per non esserne sorpresi. Troppo alta la posta, com’è facile intuire, per andarci leggeri. A questi livelli non si lascia alcunché al caso, mai.

La fresca caduta di Martin, ancorché ormai alle spalle, un pochino pesa ancora. Pur facendo trasparire una certa dose di ottimismo, il pilota di Madrid difficilmente potrà non pensare all’occasione sciupata, specie considerando che dopo l’ultimo Sprint era balzato in testa alla classifica, salvo poi vanificare tutto con lo scivolone compiuto meno di 24 ore dopo. Acqua passata? Sì, o quantomeno questo è ciò che vuol far credere il diretto interessato con le sue dichiarazioni. Certo è che avere la leadership, comunque la si guardi, non è come dover spingere al massimo per riacciuffarla dopo essersela lasciata sfuggire dalle mani.

Né Bagnaia, né Martin, tantomeno Bezzecchi hanno mai vinto a Phillip Island. Guardando al 2023, il leader del Mondiale ha dalla sua sei vittorie contro le tre di entrambi i suoi sfidanti; trovarne un’altra è l’aspettativa più dolce, non perdere per strada punti preziosi l’obiettivo atteso e comunque lo si guardi ben più realistico. Nella primissima mattinata le prime prove libere; domani, attorno all’una di notte, il secondo turno, con le qualifiche in coda e, quando in Italia non sarà ancora l’alba, la Gara Sprint. Domenica, infine, l’ultimo atto della saga sull’isola dei pinguini. Koala e foche, che a Phillip Island fanno da sempre bella mostra di sé, lasceranno subito spazio alla Thailandia. Le corse, e non è un gioco di parole, si rincorrono. Tra una settimana, a tutto gas a 7400 chilometri di distanza.