Movimento 5 Stelle, il via libera bis allo Statuto per rieleggere Conte è un flop: oltre il 90% di sì, solo 38mila voti

Da Movimento 5 Stelle a Movimento 4 Gatti. Sono soltanto 38.735 gli iscritti che hanno partecipato alla seconda votazione (la prima non aveva raggiunto il quorum) sullo Statuto del ‘partito’ di Giuseppe Conte, dopo la decisione del tribunale di Napoli di sospendere Statuto e vertici pentastellati. 

Il risultato, come scontato, è stato plebiscitario: i due quesiti hanno rispettivamente ottenuto il 91,68 % e il 90.81 % di voti favorevoli. Il primo chiedeva all’assemblea di votare per la ripetizione della deliberazione assembleare adottata lo scorso agosto avente ad oggetto la proposta di modifica dello Statuto. Il secondo chiedeva di approvare le modifiche allo Statuto richieste dalla Commissione di Garanzia degli statuti.

Una seconda votazione necessaria perché quella di giovedì non aveva raggiunto il quorum con soli 34mila votanti, non abbastanza per arrivare alla metà degli aventi diritto. Ieri invece, con le votazioni chiuse alle 22, il tetto non era più previsto. Per fare un paragone, il 3 agosto del 2021 lo Statuto venne votato da 60.940 iscritti su 113.894 aventi diritto.

Il voto di ieri arriva dopo la guerra di “carte bollate” intentata da tre iscritti al Movimento (Renato Delle Donne, Steven Brian Hutchinson e Liliana Coppola) per far annullare le modifiche allo Statuto e la successiva nomina di Conte a presidente.

Ai primi di febbraio era arrivata la sospensione dell’elezione del leader e di tutte le modifiche statutarie adottate con il voto dell’agosto 2021; poi, martedì 8 marzo è andato male anche il ricorso, respinto. Il giudice respinge anche l’istanza di revoca presentata dai legali di Conte. L’udienza di merito è fissata al 5 aprile. Intanto, malgrado la giustizia abbia decretato che il gruppo dirigente non è giuridicamente legittimato ad assumere decisioni, è stata decisa l’assemblea con la votazione che ha confermato l’elezione di Conte. Ma anche su questa nuova convocazione pende la spada di Damocle del rebus irrisolto: l’esclusione degli iscritti con meno di sei mesi di anzianità, esattamente come avvenuto nella assemblea messa sotto “processo” dal giudice di Napoli.

Conte, l’avvocato del popolo, però ha tirato dritto per la sua strada: “Non è possibile che l’azione politica del Movimento 5 Stelle, che ha la maggioranza relativa del Parlamento, sia rallentata e compromessa da cavilli e carte bollate”, evocando i pieni poteri come il suo nemico Matteo Salvini. 

Risultato commentato poi in mattinata dallo stesso ex premier, in un post in cui Conte sottolinea come riproponendo il voto “abbiamo dimostrato che noi le leggi e i provvedimenti giudiziari, pur provvisori, li rispettiamo. Ci mancherebbe. Allo stesso tempo, però, abbiamo dato il chiaro segno che la nostra comunità ha un progetto politico che va oltre i cavilli e le carte bollate ed è un progetto politico che non può rimanere chiuso nel cassetto neppure per un attimo: le urgenze del Paese, le sofferenze di famiglie e imprese meritano risposte immediate e pretendono, quindi, il nostro massimo impegno per la comunità nazionale”.

Quindi il leader ‘sospeso’ dei pentastellati annuncia che “nei prossimi giorni” chiederà “a tutti nostri iscritti un nuovo voto per confermarmi alla guida del Movimento 5 Stelle”, in quella che Conte definisce “l’ennesima risposta di democrazia a chi gioca a ostacolarci, a chi non crede alla forza delle nostre idee – a chi ancora non vuole ammettere che il M5S resta orgogliosamente e testardamente l’unica forza politica che si confronta con la propria comunità”.