Le dieci Municipalità di Napoli sono oramai diventate il simbolo della discordia. Scegliere questi benedetti assessori, circa 40, è diventato un incubo. Prima il ritornello del sindaco Manfredi: questa è casa mia e qui comando io. Decido io. E poi non decide mai. Poi l’ombra di un commissario che avrebbe dovuto nominare gli assessori, poi Sandro Fucito (presidente della VI Municipalità) che ha fatto da solo, nominando la sua squadra e ora l’ira del consigliere comunale Giuseppe Grimaldi (Gruppo misto).
«Mai ci saremmo aspettati un atto di arroganza politica come quello del sindaco Gaetano Manfredi che – ha tuonato – interferendo nella formazione della libera volontà dei presidenti di Municipalità, cui unicamente tocca la nomina degli “assessorini”, minaccia addirittura di fare tutto da solo. Ma il sindaco sa che lui, da solo, non può fare proprio nulla sulle Municipalità?». Ma è anche vero che i presidenti delle Municipalità potrebbero operare da soli e non aspettare l’ok del sindaco e invece anche loro stanno prendendo tempo, oramai da oltre sei mesi. E comunque, Grimaldi, candidato lo scorso ottobre nella lista dei Moderati a sostegno di Manfredi, ha rincarato la dose: «Il sindaco dovrebbe ben conoscere il valore delle regole e della correttezza delle procedure.
È il garante politico della coalizione, ma non ha alcun ruolo di gestione nella distribuzione di incarichi nelle giunte municipali e di ripartizione di quote tra partiti. Se i presidenti di Municipalità conservassero ancora un minimo di dignità politica dovrebbero ufficialmente ribellarsi a questa intrusione del sindaco e marcare le distanze da un modo di fare che appare più consono a un mercato delle vacche piuttosto che all’Amministrazione della terza città d’Italia. Il sindaco pensi a governare Napoli, se ne è capace». Poi minaccia: «Se, invece, proseguirà in quest’atteggiamento di prepotenza politica e istituzionale, siamo pronti a interessare tutte le sedi competenti per fare chiarezza sul suo comportamento».