Elon Musk finanzia la campagna elettorale di Donald Trump. Non è sicuramente una notizia sconvolgente perché più volte il magnate americano ha ricordato le proprie simpatie per l’ex presidente ma adesso la questione viene cristallizzata, almeno stando a quanto riferito dal media economico Bloomberg, secondo cui Musk, che di recente ha intensificato le critiche al presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha fatto una donazione a un gruppo politico che lavora per eleggere il candidato presidenziale repubblicano. In una recente intervista, a marzo 2024, Musk aveva precisato che “non pagherò i sui conti per i legali. Non mi ha chiesto nessuna donazione” e che sosterrà uno dei due candidati “spiegherò il perché”.

Donazione di Musk a Trump: il 15 luglio la verità

Bloomberg non specifica quanto Musk abbia donato, ma aggiunge che si tratta di “una somma considerevole” arrivate nelle casse di un gruppo chiamato America Pac. Il Pac – comitato di azione politica che può ricevere contributi illimitati per attività politica – sarà tenuto a rivelare la sua lista di donatori il 15 luglio. Bloomberg aggiunge, citando fonti anonime, che anche altri miliardari repubblicani, come Ken Griffin e Paul Singer, si sono incontrati con Trump, più volte criticato in passato, per discutere delle donazioni alla sua campagna per la Casa Bianca. La reazione dell’entourage di Biden sta nelle parole di un suo portavoce, citato sempre da Bloomberg: “Elon sa che Trump è un idiota che svenderà l’America, aumentando le tasse sulla classe media di 2.500 dollari”.

Trump recupera i social per la volata finale: li utilizzerà?

Musk che quando acquistò l’oramai ex social Twitter (oggi chiamo X), nel 2022, ripristinò subito l’account di Donald Trump bandito nei mesi precedenti sia per la diffusione di fake news che per i contenuti diffamatori. Da allora però Trump ha pubblicato su X una sola volta perché utilizza soprattutto Truth Social, un social network creato dalle sue società.

Ma nelle scorse ore potrebbe essere arrivata una svolta perché, a quattro mesi dalle presidenziali del 5 novembre, Meta ha fatto sapere di aver rimosso alcune restrizioni sugli account Facebook e Instagram dell’ex Presidente degli Stati Uniti. La società di Mark Zuckerberg ha da tempo sospeso gli account di Trump in seguito alle sue lodi alle persone che assaltarono il Campidoglio degli Stati Uniti il 6 gennaio 2021. Meta ha poi ripristinato i suoi account all’inizio del 2023, affermando che avrebbe monitorato i post di Trump per ulteriori violazioni che avrebbero potuto comportare un’altra sospensione da un mese a due anni. “Nel valutare la nostra responsabilità nel consentire l’espressione politica, crediamo che il popolo americano debba essere in grado di ascoltare i candidati alla Presidenza sullo stesso livello”, afferma Meta in un post del blog aggiornato.

Qui Biden, congelati 90 milioni se resta candidato

Intanto sul fronte democratico, in vista della decisione di Joe Biden di ritirarsi (il pressing diventa giorno dopo giorno sempre più asfissiante), alcuni grandi donatori Democratici hanno comunicato al principale Pac (Comitato di azione politica) della campagna per la rielezione di Joe Biden che circa 90 milioni di dollari di donazioni rimarranno congelati. Congelati se il presidente continuerà a essere il candidato del partito alla Casa Bianca. A riferirlo è il New York Times, citando fonti a conoscenza della vicenda.

Come dicevamo, giorno dopo giorno, tra i dem cresce la fronda anti Biden. Secondo la Cnn anche Barack Obama e Nancy Pelosi hanno parlato privatamente della situazione, esprimendo preoccupazione sull’esito della campagna elettorale. Si sarebbe così formato un asse tra l’ex presidente degli Stati Uniti e l’ex Speaker della Camera, i due big che hanno il controllo del partito. Sarebbero decine i rappresentanti del Congresso, sempre secondo la Cnn, che privatamente ritengono chiara la fine della candidatura di Biden.

Redazione

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