Riprendono gli scontri nell'enclave
Nagorno Karabakh, combattimenti in corso tra Armenia e Azerbaigian
Altissima tensione nel Nagorno Karabakh, il territorio caucasico autonomo e conteso tra Armenia e Azerbaigian. L’esercito azero ha prima bombardato le postazioni delle forze indipendentiste armene, che avevano attaccato durante la notte, e poi ha lanciato una controffensiva. Gli indipendentisti armeni affermano di aver inflitto “perdite” al nemico e il ministero della difesa armeno da Erevan fa sapere che due elicotteri militari azeri sono stati abbattuti.
I separatisti hanno proclamato la legge marziale. A dichiararla il presidente del Nagorno Karabakh, Araik Harutyunyan, in una riunione d’emergenza del Parlamento della regione separatista azera sostenuta dall’Armenia. Il Presidente ha anche annunciato una mobilitazione militare totale dopo gli scontri. Sia il governo di Baku sua le autorità armene di Erevan hanno riferito che gli scontri hanno causato vittime tra i civili.
LA STORIA – Il territorio del Nagorno-Karabakh, nel Caucaso meridionale, è conteso tra popolazioni turco azere e armeni dall’inizio del Novecento. Con l’Unione sovietica è diventato parte dell’Azerbaigian. La guerra è cominciata nel 1988 quando il parlamento locale ha chiesto l’annessione all’Armenia: l’enclave è abitata maggiormente da armeni.
Dopo la caduta dell’URSS l’Azerbaigian si è dichiarata indipendente ma la regione non ha riconosciuto la sovranità di Baku e si è anzi dichiarata indipendente, unilateralmente. Dal 1992 al 1994 gli scontri sono andati avanti: circa 30mila i morti fino all’accordo di Bishkek. Il processo di pace è rimasto in stallo dal 2009. Frequentemente si verificano violazioni del cessate il fuoco.
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