Serie A
Napoli-Atalanta, azzurri in ginocchio contro il razzismo. Polemica con la Lega sul caso Juan Jesus: il club non seguirà le iniziative ufficiali
Continua a farsi sentire la voce del Napoli dopo il caso Acerbi-Juan Jesus. Il difensore nerazzurro soltanto lo scorso 17 marzo era finito al centro di un’indagine della procura federale per aver rivolto al brasiliano la frase “vai via sei solo un negro…” durante l’incontro a San Siro dello scorso 17 marzo. Un caso dal quale era uscito indenne, contrariamente all’ipotesi di 10 giornate di squalifica prospettata, con l’assoluzione del giudice sportivo: valutata la documentazione pervenuta dalla Procura Federale e sentito il direttore di gara dopo aver disposto approfondimenti istruttori sul caso, aveva deciso infatti di non applicare le sanzioni previste dall’art. 28 CGS rubricato “Comportamenti discriminatori – illecito di particolare disvalore”, mancando la ragionevole certezza circa il contenuto sicuramente discriminatorio dell’offesa recata.
Il Napoli in ginocchio contro il razzismo e l’urlo del Maradona
E così quest’oggi, in occasione di Napoli-Atalanta in scena al Maradona, durante l’inno della Serie A la squadra azzurra si è messa in ginocchio assieme a Juan Jesus per dare un segnale forte contro il razzismo. Un’iniziativa spontanea, che non appartiene a quelle istituzionali. E così su invito dello speaker i tifosi presenti allo stadio hanno gridato ‘no al razzismo’ mentre in precedenza l’attore Marco D’Amore, affiancato dal giovane talento del club partenopeo Mohamed Mane Siek, aveva letto un manifesto contro il razzismo e le discriminazioni.
Le parole del ds Meluso
“Il club ha fatto un comunicato chiaro e inequivocabile – ha dichiarato Mauro Meluso nel pre-partita ai microfoni di Dazn – Non parteciperemo a eventi istituzionali contro il razzismo. Le manifestazioni contro le discriminazioni le faremo in modo privato. Siamo rimasti delusi dalla vicenda e se devo dare un parere personale, dico che quando si sbaglia basterebbe chiedere scusa”.
Nei giorni scorsi, anche Juan Jesus aveva espresso tutta la sua delusione: “Non mi aspettavo un finale di questo genere che temo – ma spero di sbagliarmi – potrebbe costituire un grave precedente per giustificare a posteriori certi comportamenti”, aveva detto Juan Jesus in una lettera di spiegazioni in settimana. Aggiungendo “Non capisco, davvero, in che modo la frase ‘vai via nero, sei solo un negro…’ possa essere certamente offensiva, ma non discriminatoria”.
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