C’è il virus e c’è la solidarietà, entrambi sono contagiosi. Ma più lui cresce, più grande si fa la rete di chi ha deciso di sedersi accanto a chi è in difficoltà. Parliamo di famiglie invisibili che non hanno mai pensato di acquistare una mascherina perché prima viene l’omogenizzato per il piccolo di casa. Certo, in maniera diversa siamo tutti in difficoltà in questo periodo, ma c’è chi pensa anche agli altri.

“Dovevamo fare qualcosa di concreto – spiega Esmeralda Vetromile, imprenditrice napoletana e organizzatrice di SpesiAmo insieme con Chicco Gnerre – Siamo partiti in 7, oggi siamo 50”. L’iniziativa punta a garantire una spesa settimanale agli abitanti del quartiere Sanità. Gli amici di SpesiAmo hanno lanciato una raccolta fondi, ognuno secondo le proprie disponibilità economiche. “In due settimane abbiamo raccolto 5mila euro- racconta Esmeralda – senza contare le aziende che ci hanno regalato pasta, caffè e mascherine”.

“Confrontandoci con le associazioni – continua Esmeralda – abbiamo capito che potevamo aiutare comprando cibi freschi e così la nostra spesa è fatta di frutta, verdura e carne. Per risparmiare acquistiamo all’ingrosso e nelle famiglie con bambini aggiungiamo anche omogenizzati e pannolini”. Sono già 80 le famiglie raggiunte da SpesiAmo che consegnano la spesa anche agli extracomunitari. Accanto ai privati c’è la comunità di Sant’Egidio che da sempre sostiene anziani, disabili, senzatetto e famiglie in difficoltà economiche. Anche loro si sono dovuti reinventare al tempo del virus.

“Abbiamo modificato molte delle nostre attività – spiega la volontaria Francesca Sepe che consegna beni di prima necessità – Portiamo il cibo a circa mille clochard, da qualche settimana a loro si sono aggiunte mille famiglie”. Francesca racconta l’enorme generosità che i cittadini hanno dimostrato: “Non è scontato che, in un momento buio, la gente pensi al prossimo. Abbiamo ricevuto moltissimo sostegno”. Ogni settimana i volontari scelgono un punto di raccolta e invitano le famiglie a ritirare la spesa, mentre gli anziani che non possono muoversi ricevono la consegna a domicilio. “Alcuni li conosciamo perché ci occupiamo di loro da sempre, altri li abbiamo conosciuti in questo momento di emergenza – dice – Li sentiamo anche telefonicamente per farli sentire meno soli”.

L’aiuto concreto è senz’altro indispensabile, ma anche l’amore lo è. Intanto al Comune di Napoli sono arrivate circa 20mila richieste per i buoni spesa e adesso i sindaci possono chiedere alla Città Metropolitana di mettere a disposizione personale e mezzi dell’Armena Sviluppo per la consegna di generi alimentari, ma anche di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale.