Eleonora de Majo (Napoli, 1988), già consigliera comunale e poi assessora alla Cultura nel biennio 2019-2021, prima di dimettersi in polemica con la visione politica dell’ex sindaco Luigi de Magistris. Oggi segue progetti culturali a Gorizia che, assieme a Nova Gorica, sono città della cultura europea 2025.

Il turismo a Napoli è esploso proprio nella decade de Magistris (2011-2021). Per bilanciarlo avete provato a ispirarvi a casi simili in Europa.
«L’amministrazione de Magistris cominciò quando la narrazione della città era profondamente segnata dalla faida di Secondigliano e dall’emergenza rifiuti. Con l’immagine della città che migliora, arrivano i primi turisti: leggere il fenomeno come un potenziale rischio era molto complicato. Per fortuna altre realtà in Europa avevano vissuto storie simili prima di noi: per questo abbiamo favorito il confronto con altre città come Barcellona. Io stessa, pur essendo stata assessora praticamente quasi solo durante il periodo pandemico, appena nominata mi feci immediatamente promotrice di un incontro a Napoli con gli assessori al Turismo delle principali città italiane per formulare proposte concrete al governo di allora. Oggi il problema non riguarda solo l’abitare, ma una riconversione completa del centro storico in un villaggio vacanze, e bisogna agire».

La vicesindaca Lieto ha dichiarato che non c’è un’emergenza abitativa legata al turismo. Non sono dello stesso avviso alcuni comitati…
«L’emergenza c’è: negarla, sminuirla o circoscriverla è un errore. Non bastano singole azioni, anche se virtuose, perché il rischio è che il fenomeno nel suo complesso sia sempre più autogestito e alla fine irreversibile. La scomparsa progressiva dal mercato delle case in affitto al centro va di pari passo con l’incremento dei canoni di locazione, che negli ultimi anni è stato tra i più alti in Italia, e che si confronta con salari bassi e con un precariato diffuso che spesso impedisce di affittare per assenza di garanzie. Gli sfratti, anche degli immobili comunali, sono in drammatico aumento. Basterebbe interrogare chi ogni settimana segue gli sportelli anti-sfratto del centro storico per registrare la drammaticità della situazione e anche la velocità con cui si estende a tutti i quartieri e tutte le fasce sociali medio-basse».

Roberto Calise, voce emergente sul tema trasporti, qualche giorno fa su questo giornale ha parlato di una città classista. Per contrastare l’overtourism servirebbe, sostiene, una città più larga grazie al potenziamento dei trasporti.

«Bisognerebbe allargare lo sguardo alla città metropolitana per capire cosa sta accadendo per adeguare i servizi a un unico tessuto urbano. Molte delle persone che sono andate via dal centro, soprattutto le famiglie a basso e medio reddito, si sono trasferite in provincia. Questo fenomeno ha provocato di converso un’imponente cementificazione, quartieri dormitorio senza servizi e senza collegamento con la città».

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Laureata in Lettere Moderne all'Università degli Studi di Napoli Federico II con una tesi in Linguistica generale, dal 2021 collabora con la Fondazione Ottimisti&Razionali, in qualità di Flow Strategist, occupandosi anche di organizzazione di eventi, ufficio stampa e scrittura di articoli su energia, digitale, comunicazione. Nel 2023 ha svolto attività di ufficio stampa e segreteria per un candidato presidente alle elezioni regionali in Lazio. Attualmente è Public Affairs & Communication Consultant per Reframe e redattrice de il Riformista.