La discussione sul Rinascimento partenopeo
Napoli, l’eterno ritorno di Bassolino: passo dopo passo verso Palazzo San Giacomo
Non lo dice apertamente, ma il messaggio sembra chiaro. Gli occhi più attenti lo hanno già colto, da un paio di giorni se ne parla e la notizia circola. Centinaia di commenti a due post sulla sua pagina Facebook sembrano confermarlo, o comunque auspicarlo, tornando a incoraggiare una nuova discesa in campo, un suo ritorno a quella fascia tricolore spinosa e ambita. Dopo la pausa estiva e i sondaggi che danno Vincenzo De Luca vincente alle regionali, Antonio Bassolino torna a correre per la poltrona di sindaco di Napoli. Per ora si mostra impegnato nello jogging mattutino, ma in tanti sono convinti di vederlo presto in azione anche sulla strada della politica che porta a Palazzo San Giacomo. «Passo dopo passo», come scrive sulla sua pagina Facebook. Passo dopo passo, come lo slogan di quando, nel 1993, fu eletto sindaco del capoluogo campano. Passo dopo passo, come si costruiscono le cose più solide, come si fanno i percorsi più lunghi.
E d’altronde la strada che lo separa da Palazzo San Giacomo è costellata di numerosi step. Il primo è raccogliere un consenso e formare la squadra che potrebbe portarlo, dopo il purgatorio post-governatorale, a ritornare nella politica attiva cittadina e – chissà – proprio e ancora una volta da sindaco. Se davvero così fosse, che sindaco potrebbe essere Bassolino, dopo essere stato la faccia del Rinascimento napoletano? E che città troverebbe? Se la Napoli del Rinascimento bassoliniano aveva bisogno di fontane riattivate, di giardini ripuliti, di tubi Innocenti post-terremoto rimossi in maniera definitiva, qual è la Napoli che potrebbe trovare adesso, sia dal punto di vista dell’urbanistica, sia dal punto di vista sociale e dei servizi? E cosa avrebbe da offrire a questa Napoli Antonio Bassolino?
Intanto, passo dopo passo, don Antonio sta sondando il terreno, sta tastando il polso di una società che fin dagli anni Settanta ha dimostrato di averlo in considerazione. Sembra rivolgersi a loro Bassolino quando scrive che «è proprio dalle sofferenze sociali e civili che si deve dunque partire per ridare senso alla politica, per ricostruire una prospettiva e un comune senso di appartenenza» e lo scrive a conclusione di un post che comincia con una critica nei confronti dell’attuale amministrazione comunale. «Napoli è da tempo senza maggioranza e senza opposizione», esordisce nel post che in questi giorni sta attirando l’attenzione di bassoliniani convinti, dei Dema delusi, di nostalgici e nuovi sostenitori.
Tutti a sperare in un’alternativa alla giunta de Magistris e forse anche al cerchio deluchiano. Perché se è vero, come sembra, che De Luca abbia grandi possibilità di essere riconfermato alla guida della Campania non è così scontata la corsa dei suoi verso Palazzo San Giacomo. E anche se le amministrative ci saranno tra un anno e la campagna elettorale di fatto è ancora lontana, la corsa è già cominciata. Fondata o meno che sia, quindi, la sensazione che con i suoi ultimi post Bassolino abbia annunciato, pur senza dirlo, una sua possibile discesa nel campo della politica cittadina per riprendere la gestione di una città ormai senza progettualità, senza solidità e lasciata a se stessa, ad arrangiarsi come può e come sa, Bassolino ha stimolato un nuovo dibattito, ha smosso le acque di deluchiani e Dema. Lui, come De Luca, è un politico della vecchia scuola, è una personalità forte e decisa. Sul piano politico, che piacciano o no, due protagonisti. E voi, ve la immaginate la Campania guidata da De Luca e Napoli governata da Bassolino?
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