Dopo le polemiche sui magistrati lavativi negli uffici giudiziari partenopei si attende la svolta
Napoli, Nicola Gratteri è da ieri il nuovo procuratore della Repubblica. Ora è attesa per la “sterzata” promessa alla Procura
Plebiscito per Nicola Gratteri, come indicavano le previsioni della vigilia. Grande lavoratore, Gratteri durante le audizioni al Csm ha fatto sapere che intende dare una ‘sterzata’ alla Procura di Napoli.
Nicola Gratteri è da ieri il nuovo procuratore della Repubblica di Napoli. Confermate, dunque, le previsioni della vigilia che indicavano un plebiscito per l’ormai ex procuratore di Catanzaro. A favore di Gratteri hanno infatti votato i laici di tutti gli schieramenti, tranne il dem Roberto Romboli, i sette togati di Magistratura indipendente, il togato centrista Antonino Laganà, l’indipendente Andrea Mirenda, il procuratore generale presso la Corte di Cassazione Luigi Salvato. Nulla da fare per i due sfidanti, il procuratore di Bologna Gimmi Amato e l’ex aggiunta di Napoli Rosa Volpe: 5 voti il primo, 8 la seconda.
65 anni, originario di Gerace in provincia di Reggio, Gratteri ha trascorso la sua carriera professionale sempre in Calabria e sempre come pm. Da anni sotto scorta, è stato il primo magistrato ad affrontare di petto lo strapotere delle feroci ‘ndrine calabresi ed i loro rapporti criminali con i narcotrafficanti sudamericani. “Gratteri in questo momento è l’unico magistrato effettivamente in prima linea contro la criminalità organizzata, in particolare l’ndrangheta, più pericolosa e temibile che esiste”, aveva dichiarato il pm antimafia Nino Di Matteo. “Si tratta – aggiunse Di Matteo – di uno dei magistrati più esposti al rischio: sono state acquisite notizie circostanziate di possibili attentati nei suoi confronti poiché in ambienti mafiosi ne percepiscono l’azione come un ostacolo e un pericolo concreto”.
Grande lavoratore, Gratteri durante le audizioni al Csm ha fatto sapere che intende dare una ‘sterzata’ alla Procura di Napoli, chiedendo maggiore impegno da parte di tutti i sostituti, iniziando da una loro quotidiana presenza in ufficio. A Gratteri sono riconosciute spiccate doti di organizzatore. Doti che vennero apprezzate dall’allora premier Matteo Renzi che nel 2014 lo avrebbe voluto a via Arenula come ministro della Giustizia, prima di essere stoppato dal capo dello Stato Giorgio Napolitano e dai suoi colleghi procuratori che non hanno mai gradito la sua ‘esposizione mediatica’. L’anno scorso sfiorò la nomina a procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.
Il magistrato calabrese divenne poi famoso per aver abbattuto i costi delle intercettazioni, riorganizzato il sistema delle udienze da remoto, ed aver creato dal nulla la maxi aula per i processi di ‘ndrangheta presso il tribunale di Lamezia di Terme. Unanime l’apprezzamento della politica: per una volta tutti d’accordo, da Fratelli d’Italia al Pd, su una nomina del Csm. L’insediamento ufficiale dovrebbe avvenire già il prossimo mese. Per il suo sostituto a Catanzaro, invece, bisognerà aspettare il prossimo anno.
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