Il Comune corre ai ripari e mette i guardiani. E Maresca, da ex pm, avverte: c’è la camorra dietro le baby gang
Napoli sfregiata: prima l’incendio in Villa Comunale, poi i raid in una chiesa del ‘300

E ora tutti a parlarne. «Napoli città sfregiata», «Napoli città del degrado e di baby gang mandate dalla camorra a seminare scompiglio e terrore». Intanto, in attesa che le indagini facciano il loro corso, si fa la stima dei danni causati l’altra sera da più raid compiuti a distanza di poche ore uno dall’altro, in due zone della città distanti ma ugualmente centrali: la Villa comunale a ridosso del Lungomare e una chiesa del ‘300 alle spalle di piazza Cavour.
Due episodi che all’apparenza potrebbero sembrare distanti e diversi ma che nella realtà delle complesse dinamiche cittadine potrebbero avere anche un legame. Partiamo dall’incendio nella Villa comunale. Le fiamme hanno avvolto e danneggiato le palme secolari all’ingresso della Villa, a pochi metri da Piazza dei Martiri e dal Lungomare, dalle vie dello shopping e dalle luminarie di Natale. I carabinieri, che lavorano alle indagini, sono orientati a valutare l’ipotesi del rogo innescato dalla coperta di un clochard, per errore o per violenza, ipotesi su cui si stanno concentrando anche le reazioni, ad opera di un gruppo di giovani che ha usato petardi per innescare il fuoco. In attesa di conferme a questa ipotesi investigativa e delle indagini che proseguono, l’area interessata dal rogo è stata transennata e posta sotto sequestro.
L’assessore comunale al Verde, Vincenzo Santagada, annuncia l’organizzazione di turni di guardiania nella zona dell’incendio e il sindaco Gaetano Manfredi sottolinea l’esigenza di accelerare sul recupero del patrimonio arboreo cittadino e di viali, illuminazione e sorveglianza all’interno della Villa comunale. Dall’opposizione arriva la voce del consigliere comunale ed ex pm anticamorra Catello Maresca, che lancia un allarme: «L’incendio arriva dopo il furto di rame nella Galleria Vittoria e il furto dell’albero nel palazzo del Consiglio comunale. Sono episodi di una crescente aggressività criminale e appare assai probabile che piccoli delinquenti vengano utilizzati dalla camorra per creare confusione. Appare realistica l’ipotesi di una strategia criminale – aggiunge Maresca – per fare “ammuina” e distrarre opinione pubblica, forze dell’ordine e magistratura da questioni più serie, e penso ai soldi che arriveranno con il Pnrr. Non cadiamo quindi nell’errore di pensare di essere di fronte a fatti isolati, frutto solo del diffuso disagio sociale e fini a se stessi», avverte.
E una strategia sembra esserci anche dietro i raid (tre nei soli ultimi dieci giorni) nella chiesa di Sant’Antonio Abate, una struttura del ‘300 nel cuore del Borgo a ridosso di piazza Cavour. Il parroco, don Mario D’Orlando, e il referente del centro ascolto legale, l’avvocato Massimo Capasso, si dicono preoccupati. «Temiamo che sia il messaggio di chi non vuole nella zona un presidio di legalità». I raid vandalici si sono susseguiti nell’ultima settimana con preoccupante frequenza: pareti imbrattate, l’albero di Natale strappato e portato via per tre volte di seguito, le luci spezzate e spente. «Rivolgiamo un appello alle istituzioni e alla Curia affinché non ci abbandonino e monitorino in modo più stringente quel che accade nel centro storico della città. Non dimentichiamo – aggiunge l’avvocato Capasso – che piazza Carlo III diventerà presto cantiere d’Europa per i soldi destinati al restyling dell’Albergo dei poveri, un’occasione importante per la città, ma che sicuramente farà gola anche alla camorra».
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