Dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni statunitensi l’Europa non può più accontentarsi delle dichiarazioni d’intenti: deve organizzarsi e riprendere in fretta un cammino interrotto. Sarà infatti possibile far fronte alle sfide socioeconomiche, climatiche e geopolitiche solo invertendo un modello che negli ultimi trent’anni non è riuscito a garantire una crescita tale da rendere il nostro continente competitivo sullo scacchiere globale.

Il duo Trump-Musk

Il consolidarsi di una internazionale sovranista e populista, guidata dal duo Trump Musk, rischia di compromettere ogni tentativo di raggiungere una maggiore integrazione europea attraverso due strumenti fondamentali: debito comune europeo e eliminazione del potere di veto. Nei giorni scorsi Mario Draghi ha pronunciato parole, come sempre, molto chiare: la strada della tecnocrazia – che è servita per far partire il progetto – è finita; ora la strada principale è quella della democrazia e della visione. La via stretta è quella della cessione di sovranità per costruire una strategia comune su difesa, sicurezza e tecnologia, industria. La drammatica crisi economica della Germania, a lungo locomotiva dell’Unione, la fragilità delle leadership politiche in Francia e nella stessa Germania, l’affermarsi di forze politiche nazionaliste e anti europee rendono l’Europa particolarmente vulnerabile. Lo stallo della seconda Commissione von der Leyen, presa in ostaggio da questioni di politica nazionale e da veti incrociati – dei popolari su Ribera e dei socialisti su Fitto – è sintomo di una governance europea sempre più in affanno.

Quo vadis Europa?

La sfida è esiziale e chiama alla responsabilità ognuno di noi. Ê anche per questo, in un drammatico momento storico, che nasce Io Parlo Europeo: un’associazione che vuole promuovere la conoscenza e coscienza europea nel nostro Paese alla luce dei valori fondanti dell’Ue. Siamo convinti, infatti, che l’umanesimo, Dna profondo e cifra della civiltà europea, debba essere la bussola del nostro agire. Ripartire dai valori fondamentali di pace, democrazia, giustizia e libertà è sempre più urgente per debellare gli spettri di guerre, nuove dittature e tecnocrazie digitali. Come afferma il Manifesto dell’associazione, noi “Sogniamo un’Europa che torni a pensare in grande: unita, solidale, con istituzioni comuni più efficaci. Un’Europa che diventi protagonista sul piano globale ma sappia anche farsi prossima a persone, comunità e territori. Un’Europa che sia segno di speranza, tolleranza, progresso e convivenza pacifica tra i popoli”.

Per questo Io Parlo Europeo vuole contribuire a portare più Europa in Italia e più Italia in Europa attraverso la partecipazione attiva di tutte e tutti. Siamo donne e uomini con competenze, esperienze, percorsi personali e politici diversi ma convinti che sia urgente proseguire sul cammino dell’Europa unita. Come ha ricordato Enrico Letta nel suo messaggio di saluto, l’Europa cammina sulle nostre gambe. Sta a noi tutti impegnarsi e scrivere la prossima pagina del nostro destino comune.

Beatrice Covassi

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