Le quattro direttrici della Cisl
Ecco perché i lavoratori devono partecipare agli utili delle imprese

C’è una riforma cardine che riteniamo davvero indispensabile in questa complessa stagione di transizione: quella della partecipazione dei lavoratori alla vita, agli utili e all’organizzazione delle imprese; una sfida che intercetta tutte le più importanti questioni, a cominciare da quella salariale, per continuare con la qualità e la stabilità del lavoro, l’incremento della produttività, il contrasto alle delocalizzazioni, i controlli su salute e sicurezza e l’applicazione dei buoni contratti.
Il senso della proposta di legge di iniziativa popolare della Cisl sta in tali direttrici, e per questo siamo e saremo in mobilitazione su tutto il territorio nazionale fino a dicembre per raccogliere adesioni e comunicare a lavoratori, pensionati, cittadini i contenuti del provvedimento.
Registriamo un sostegno forte delle persone nei luoghi di lavoro e sui territori, con importanti riconoscimenti anche da autorevoli espressioni del mondo dell’università, del giornalismo, delle istituzioni e delle imprese, senza dimenticare l’endorsement di una vasta area politica riformista. Chiunque guardi con interesse questo sentiero e contribuisca a diffonderne senso e valori non può che farci piacere.
Ora è importante passare alla concretezza delle azioni, per dare gambe solide e credibili al progetto, evitando tentazioni dirigistiche, valorizzando contrattazione, collegando incentivi e sostegni fiscali a soluzioni che diano protagonismo vero alle relazioni industriali affinché i lavoratori possano co-determinare strategie e scelte delle imprese. E, più in generale, possano esercitare maggiore ruolo nella governance dello sviluppo, secondo un modello di democrazia economica che dia compimento all’articolo 46 della nostra Costituzione.
Bisogna lavorare insieme per una prospettiva nuova, in cui al centro sia la persona, con il suo protagonismo, la sua creatività, la sua capacità di promuovere attivamente trasformazioni e crescita delle comunità produttive e dei territori.
La proposta di legge Cisl si articola su quattro direttrici. Il primo obiettivo è promuovere l’ingresso di rappresentanze dei lavoratori nei consigli di amministrazione o di sorveglianza, garantendo il diritto di concorrere e collaborare agli indirizzi e alla gestione delle aziende, stimolando gli investimenti, contrastando finanza speculativa e delocalizzazioni predatorie, esercitando quelle flessibilità che nei momenti di crisi aiutano a proteggere l’occupazione e che nei momenti di crescita operano una buona distribuzione della ricchezza.
Il secondo punto ambisce a regolare la compartecipazione ai risultati dell’impresa e l’azionariato diffuso, per dare anche ai piccoli dipendenti-azionisti adeguata rappresentanza e voce nelle scelte societarie. La terza esigenza riguarda il coinvolgimento nelle decisioni organizzative, per aumentare efficienza, attività e innovazione di sistema. Pensiamo agli orari, alla produttività, al lavoro per obiettivi e in team. Pensiamo al bisogno di aumentare la produttività e di diminuire il tempo di lavoro facendo crescere i salari.
Il quarto punto riconosce ai lavoratori una funzione consultiva a monte, e non a valle, delle decisioni più rilevanti per il futuro delle aziende. La partecipazione è la più grande riforma istituzionale verso la piena realizzazione in Italia e in Europa di quella che Norberto Bobbio chiamava Democrazia Sociale, traguardo volto a responsabilizzare livelli sempre più profondi della società nei processi economici di controllo e decisione.
Siamo a uno snodo della Storia. Un tornante in cui la “costruzione del nuovo” non è più una opzione.
Istituzioni, mondo del lavoro e Rappresentanze datoriali devono assumere impegni comuni e coerenti, che facciano recuperare il tempo perso in tanti anni di relazioni sociali e industriali incentrati su un muro contro muro che ha bloccato competitività, investimenti, retribuzioni, sostenibilità e responsabilità sociale.
In questo quadro bisogna promuovere un nuovo equilibrio tra impresa e lavoro e rinsaldare un’unità d’intenti che passa da alcuni indispensabili obiettivi condivisi: rilancio della formazione, legalità, sicurezza nei luoghi di lavoro, nuove tutele e buona flessibilità negoziata, redistribuzione, ammodernamento degli ecosistemi produttivi, turnover generazionale e riqualificazione del lavoro povero. Su tutto questo, anche con la nostra Proposta di Legge, sfidiamo il Governo e i nostri interlocutori sociali a convergere in un perimetro di comune impegno che contribuisca a realizzare un Paese solidale, produttivo, interamente mobilitato nella costruzione del progresso e del bene comune.
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