Negli emendamenti di fine anno sulla manovra, c’è anche uno che prevede la stretta contro il sussidio di disoccupazione, la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (Naspi). L’emendamento prevede che dal 1 gennaio 2025 tutti quei lavoratori che hanno presentato nei 12 mesi precedenti le dimissioni volontarie da un lavoro in cui avevano un contratto a tempo indeterminato avranno diritto alla Naspi solo in caso di licenziamento da un nuovo impiego dopo aver accumulato almeno 13 settimane di contribuzione.
Dimissioni volontarie e licenziamento flash: cosa cambia
Una misura che – spiega la ministra del Lavoro Marina Calderone – mira a limitare il fenomeno dei cosiddetti furbetti, ovvero di coloro che si dimettono per poi farsi assumere per un periodo breve da un’altra azienda solo per ottenere la Naspi o evitare alle aziende di pagare il ticket di licenziamento, che può arrivare fino a 2mila euro. In questo caso se il datore di lavoro rifiutava il licenziamento, i dipendenti si assentavano in maniera ingiustificata e dopo 16 giorni scattava il licenziamento disciplinare che permetteva così di accedere alla Naspi.
L’emendamento, secondo Calderone, ha una “finalità antielusiva” e “attiene alla situazione in cui c’è un’interruzione di un rapporto di lavoro a seguito di dimissioni volontarie e c’è l’instaurazione di un altro rapporto di brevissima durata, che si conclude con un licenziamento. Non è certamente un riconoscimento della Naspi a seguito di dimissioni volontarie. Quello sarebbe un aspetto diverso”.
Come funziona oggi la Naspi
Ad oggi per poter beneficiare della Naspi bisogna avere come requisito lo stato di disoccupazione involontaria, almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. Poi il lavoratore disoccupato è chiamato a dichiarare la propria immediata disponibilità al lavoro in forma telematica al sistema informativo unitario delle politiche del lavoro. La Naspi così spetta dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro e viene corrisposta mese per mese per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni.