Il segretario generale Stoltenberg
“Nato pronta a un esercito permanente ai confini dell’Europa”, la mossa anti-Putin dell’Alleanza
Escalation che sembra inarrestabile, almeno a parole. E la guerra comunque continua sul campo, come se non bastassero le vittime civili e le fosse comuni che vengono rinvenute, le denunce di torture indicibili. Dopo le dichiarazioni che dalla Russia nei giorni non avevano escluso un allargamento del conflitto all’Europa e con l’Occidente tutto compreso gli Stati Uniti, ecco la risposta della Nato. Il segretario generale dell’Alleanza ha annunciato che la Nato si prepara a contrastare l’invasione della Russia nei propri confini, che siano quelli in Romania o in Polonia, con un piano che prevede di schierare una presenza militare permanente proprio su quelle frontiere. Altro dettaglio da non trascurare: la Finlandia, militarmente neutrale, avrebbe intanto deciso di avviare il percorso di adesione all’Alleanza entro quest’estate.
Stoltenberg ha parlato in un’intervista al Telegraph di “un adattamento a lungo termine della Nato” che in questo momento si trova “in mezzo a una trasformazione fondamentale”. Una decisione che proietta sul lungo termine le conseguenze dell'”operazione speciale” di Vladimir Putin. “Quella che abbiamo di fronte ora è una nuova realtà, una nuova normalità per la sicurezza europea”. Poco tempo prima dell’insediamento di Stoltenberg, nell’ottobre 2014, erano esplose le tensioni Ucraina-Russia con l’annessione della Crimea e l’auto-proclamazione delle Repubbliche indipendentiste del Donbass. Il suo incarico, che dura quattro anni, e già riconfermato una volta, ed è stato prorogato di un anno dopo l’inizio dell’invasione.
“Il 2 per cento è una linea guida minima e ovviamente accolgo con favore ogni aumento della spesa per la difesa da parte di tutti gli alleati, anche di quegli alleati che stanno già spendendo più del 2 per cento, come il Regno Unito. Il mio obiettivo principale è garantire che quelli che sono al di sotto del 2 per cento soddisfino questa linea guida minima”, ha aggiunto sulle spese militari – l’Italia al momento è all’1,57 per cento del Pil, 25 miliardi di euro all’anno invece di 38. La decisione del governo di allinearsi alle spese ha provocato un vivace e duro dibattito sui media e nell’opinione pubblica.
Ancora lontana per Stoltenberg una soluzione del conflitto. “Stiamo ora entrando in una nuova fase di questa guerra. La Russia ha spostato le sue forze fuori dal Nord dell’Ucraina. Ma non si stanno ritirando. Si stanno riorganizzando e stanno riposizionando per una grande battaglia nella regione del Donbass… tra poche settimane”, ha commentato Stoltenberg. “Indipendentemente da quando e come finirà la guerra in Ucraina, questa crisi ha già avuto conseguenze a lungo termine per la nostra sicurezza. La Nato ha bisogno di adattarsi a questa nuova realtà. Ed è esattamente quello che stiamo facendo. Siamo l’alleanza di maggior successo nella storia per due ragioni. Una è che siamo stati in grado di unire l’Europa e il Nord America. L’altra è che siamo stati in grado di cambiare quando il mondo sta cambiando. Ora il mondo sta cambiando e la Nato sta cambiando”.
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