“Nonostante gli enormi sforzi dell’equipe medica uno bimbo di 6 mesi è venuta a mancare a causa del naufragio. Avevamo chiesto per lui e per altri casi gravi un’evacuazione urgente, da effettuare tra breve, ma non ce l’ha fatta ad aspettare. Siamo addolorati”.

Lo scrive su Twitter l’Ong spagnola Open Arms, a proposito dell’operazione di soccorso di un gommone nel Mediterraneo, a 30 miglia a Nord di Sabratha (Libia) che vede, al momento, un bilancio di sei vittime.

Sono 199 i naufraghi ospitati a bordo della nave Open Arms dopo il soccorso ai 111 naufraghi di oggi, “ma le condizioni di alcuni di loro sono preoccupanti e sei richiedono un’immediata evacuazione medica”. L’organizzazione “ha ricevuto da uno degli assetti aerei Frontex una nuova segnalazione di un gommone in distress che si trovava a 30 miglia a Nord di Sabratha. La nostra imbarcazione si è immediatamente diretta verso il target segnalato e, una volta giunta sul posto, si è trovata a dover operare una complicatissima operazione di soccorso.

Il gommone, con a bordo circa 100 persone, tra cui alcuni bambini e donne in stato di gravidanza, aveva ceduto, e le persone erano dunque tutte in acqua, prive di salvagente o di dispositivi di sicurezza”, si legge nella nota. “I nostri soccorritori sono immediatamente intervenuti portando in salvo il maggior numero di persone possibile, ma purtroppo al momento il bilancio è di 5 morti”.

 

“In questi ultimi due giorni le segnalazioni di imbarcazioni in difficoltà sono state continue e la Open Arms si è trovata a dover prestare assistenza da sola, essendo l’unica rimasta ad operare nel Mediterraneo dopo che tutti gli assetti umanitari sono stati fermati con pretesti amministrativi”, continua la Ong.

“Per questo motivo Open Arms ed Emergency ribadiscono, alla luce di questi tragici eventi, che non è più tollerabile assistere alle reiterate omissioni di soccorso da parte dei governi europei che, anziché predisporre un sistema strutturale di search and rescue, continuano a voltare il viso dall’altra parte, fingendo di non vedere il cimitero che il Mediterraneo nasconde. Ci auguriamo che dopo questa ennesima tragedia qualcosa cambi”, conclude la nota.

 

Redazione

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