“Ho perso mia moglie durante la traversata nel deserto e un bimbo in mare. Se trovate un bimbo annegato è mio figlio”. Lo ha raccontato Jamid Sahid Mansarè di 34 anni, uomo della Sierra Leone, ai sanitari del 118 e ai mediatori culturali. L’uomo è stato salvato in mare insieme al figlio.

Ha rischiato di annegare e adesso si trova ancora in condizioni serie all’ospedale Civico di Palermo. “Siamo partiti in cinque. Io mia moglie e tre figli, due ragazzi e una ragazza. Adesso siamo rimasti noi tre – ha raccontato in inglese il migrante ai soccorritori – E’ stato terribile. Un viaggio disumano. Sono riuscito a salvare mio figlio e mia figlia. Purtroppo il più piccolo è morto annegato.  Vi prego se trovate la salma fatemelo sapere. Voglio rivedere mio figlio”. Il naufragio è avvenuto al largo di Lampedusa e il cadavere di un bimbo di sei  anni è stato recuperato e portato a bordo della nave Dattilo e accompagnato a Reggio Calabria.

Recuperato il cadavere di un bambino in mare

È di un bambino di 6 anni e non di un neonato come si era appreso inizialmente, la salma piccolo arrivata oggi al porto di Reggio Calabria a bordo della nave “Dattilo” della guardia costiera. A comunicarlo è la Prefettura che sta coordinando le operazioni di sbarco iniziate stamattina sul molo di ponente. Sono 350 i migranti salvati dalla nave della guardia costiera che è sbarcata nelle scorse ore nel porto della città calabrese dopo essere intervenuta al largo di Lampedusa in seguito a un naufragio.

Il bambino, secondo quanto è stato riferito, era di origine subsahariana e probabilmente di nazionalità nigeriana. Il corpo era stato recuperato al largo di Lampedusa dove si è verificato il naufragio dell’imbarcazione di fortuna a bordo della quale il piccolo viaggiava assieme ad altri migranti. Sono in corso ulteriori accertamenti da parte delle forze dell’ordine e della magistratura.

 

Redazione

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