Nella tre giorni di esercitazioni militari – iniziate ieri  – la Cina ha “simulato attacchi di precisione congiunti contro obiettivi chiave sull’isola di Taiwan e nelle acque circostanti”. A riferirlo sono stati i media statali di Pechino.

L’emittente Cctv ha spiegato che l’aviazione ha schierato decine di aerei per “volare nello spazio aereo dell’obiettivo” e le forze di terra hanno effettuato esercitazioni per “attacchi di precisione su più obiettivi”. Secondo il ministero della Difesa di Taiwan, intorno all’isola ci sarebbero almeno 9 navi da guerra e una settantina di aerei cinesi. Gli Stati Uniti hanno sollecitato la Cina alla “moderazione”.

Il ministero della Difesa Taiwan ha spiegato che sta monitorando i “movimenti militari cinesi attraverso un sistema congiunto di sorveglianza e ricognizione dell’intelligence”. Ha aggiunto di aver contato almeno 71 aerei e nove navi militari cinesi che hanno effettuato incursioni nelle aree intorno a Taiwan. Gli aerei, ha spiegato, includevano un mix di jet da combattimento e bombardieri.

Circa 45 aerei, ha detto ancora Taiwan, hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Formosa, un confine non ufficiale tacitamente rispettato da Taipei e Pechino negli ultimi decenni. Tra i velivoli, i caccia SU-30, J-10 e J-11. Le forze aeree dell’isola, ha aggiunto il ministero, stanno monitorando la situazione con pattuglie navali e aeree da combattimento e sistemi missilistici a terra.

Mercoledì a Los Angeles la presidente dell’isola Tsai Ing-wen ha incontrato lo speaker della Camera americana Kevin McCarthy. A poche ore dal ritorno a Taipei di Tsai e soprattutto dalla ripartenza della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e del presidente francese Emmanuel Macron – entrambi incontrati a Pechino dal presidente Xi Jinping, che ha avuto con il capo dell’Eliseo anche un lungo colloquio in forma privata a Canton -, il Comando del teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione cinese ha annunciato un “pattugliamento di prontezza al combattimento”, con manovre nello Stretto di Taiwan, a nord, a sud e nelle acque a est, in una simulazione di accerchiamento dell’isola che Pechino considera una parte “inalienabile” del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario.

Operazioni che “servono da severo monito contro la collusione tra forze separatiste che cercano ‘l’indipendenza di Taiwan’ e quelle esterne, e contro le loro attività provocatorie”, ha detto il portavoce del Comando Shi Yi, notando che le manovre “sono necessarie per salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale della Cina”. Il ministero della Difesa di Taiwan ha condannato Pechino e il suo “atto irrazionale che ha messo a repentaglio sicurezza e stabilità regionali”.

 

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