La Corte di Girona, in Spagna, ha condannato come colpevole di omicidio volontario il 28enne ceceno, lottatore ed esperto di arti marziali Rassoul Bissoultanov per la morte di Niccolò Ciatti. Era l’agosto del 2017 quando il 22enne toscano, alla sua ultima notte di vacanza con gli amici, veniva colpito con un calcio alla testa da Bissoultanov alla discoteca St Trop di Lloret de Mar. Il giudice stabilirà nei prossimi giorni la pena che sarà compresa tra i 15 e i 25 anni secondo quanto stabilisce il codice penale spagnolo per l’omicidio volontario di persona indifesa.
Ciatti aveva 22 anni ed era originario di Scandicci, comune nella città metropolitana di Firenze. L’omicidio venne registrato dalle immagini di alcune telecamere di sorveglianza. Quelle immagini restano agghiaccianti: tremenda la pedata alla tempia scagliata dal ragazzo ceceno, un vero e proprio “colpo di grazia” che non ha lasciato scampo al ragazzo italiano. Ritenute valide anche i reccconti di testimoni come poliziotti, medici e guardie giurate. L’amico di Ciatti Filippo Verniani non ha mai avuto dubbi: “Il ceceno voleva uccidere, non ho dubbi. Quel colpo l’ha pensato e ha puntato Niccolò come se avesse in mano un fucile e gli volesse sparare alla testa”.
Quel calcio era stato descritto da medici e polizia scientifica come un “colpo professionale di una persona che conosceva tecniche di lotta”. L’accusa aveva chiesto 24 anni di carcere e nove anni di libertà vigilata. Bissoultanov si era difeso dicendo di non voler assassinare il 22enne e di non pensare che un calcio l’avrebbe ammazzato. Per omicidio preterintenzionale avrebbe rischiato al massimo 4 anni di carcere. Giudici e giuria popolare non hanno creduto alla difesa anche in virtù dell’approfondita conoscenza delle arti marziali, e in particolare dell’MMA, dell’imputato. Assolto l’altro imputato Mostar Magomedov, di 26 anni, amico del condannato.
Ciatti non si rialzò più dopo quel calcio. Morì in ospedale alcune ore dopo. Presenti alla lettura della sentenza al Tribunale provinciale i familiari di Niccolò, con il padre Luigi e la madre Cinzia, assistiti dal loro avvocato Agnese Usai. “Dobbiamo giustizia alla famiglia Ciatti, dobbiamo una condanna giusta e responsabile”, ha detto nella requisitoria il pm Pillado. La famiglia riteneva Magomadov altrettanto colpevole. I Giudici della III Corte d’Assise di Roma hanno deciso che si terrà anche in Italia il processo per l’omicidio di Ciatti. Il dibattimento si aprirà il prossimo 8 giugno.