Nessuna possibilità di un cessate il fuoco a Natale in Ucraina: lo ha riconosciuto il Cremlino tramite il portavoce Dmitry Peskov mentre infuria la battaglia nell’est del Paese e le trattative di dialogo arrancano con il Vaticano a insistere la Russia a non accennare un passo indietro. “No, non sono state ricevute offerte di questo tipo da nessuno. Questo argomento non è all’ordine del giorno”. Possibile “un cessate il fuoco totale da parte nostra solo quando non ci sarà più alcun occupante sul nostro territorio”, ha confermato il generale ucraino Oleksiy Hromov escludendo una tregua anche tra Capodanno e le festività del Natale ortodosso del 7 gennaio. La guerra è al 295esimo giorno.

Questa mattina l’offensiva di Kiev sulla città di Donetsk. L’attacco più massiccio dal 2014, secondo il sindaco della città nella Repubblica Popolare. Praticamente dall’occupazione che era seguita alle rivolte di Euromaidan e all’occupazione della Crimea, che in otto anni aveva causato circa almeno 13mila vittime. Lanciati almeno 40 razzi con sistemi multipli BM-21 Grad. Le truppe ucraine difendono la zona di Bakhmut e avanzano per accerchiarla verso la regione del Lugansk. Scambi di artiglieria anche a Melitopol. Gli atteggiamenti sembrano quindi al momento invertiti: con gli ucraini in piena seppure lenta controffensiva per liberare territori e i russi sulla difensiva per controllare quelli conquistati.

“Non c’è calma sulla linea del fronte”, ha riconosciuto anche il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Ogni giorno e ogni metro è conquistato con estrema fatica. Soprattutto quando l’intera tattica degli occupanti si riduce alla distruzione di tutto ciò che si trova davanti a loro con l’artiglieria, in modo che rimangano solo nude rovine e crateri nel terreno”. L’amministrazione di Kherson ha denunciato l’uccisione di almeno tre persone nei bombardamenti “martellanti” delle ultime 24 ore, tra cui un bimbo di otto anni. La città è al buio secondo il governatore. Esplosioni anche a Kharkiv e bombe a Nikopol, di fronte alla centrale nucleare di Zaporizhzhia.

Colpita inoltre in un attacco con droni la base aerea a Kursk, intorno alle 22 di ieri sera. La contraerea ucraina rivendica gli abbattimenti di almeno 13 droni kamikaze, ieri, a Kiev. L’ambasciata russa ha intanto messo in guarda gli Stati Uniti dall’invio di missili Patriot a Kiev, una mossa che potrebbe “portare a conseguenze imprevedibili”. Nessuna conferma della consegna da Washington. Come ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova: “Washington, che è di fatto diventata parte del conflitto, non potrà sottrarsi al coinvolgimento nel terrore scatenato dal regime di Kiev contro la popolazione civile della Russia e sollevarsi dalla responsabilità per la morte e la distruzione causate dalle armi americane”. Per la stessa portavoce inoltre la visita a Kherson di Martin Griffiths, vicesegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari è stata “provocatoria e inammissibile”.

Le autorità ucraine intanto hanno fatto sapere oggi di aver scoperto una “stanza delle torture” che sarebbe stata usata dai russi a Kherson per detenere e seviziare minorenni. Lo ha raccontato il commissario per i diritti umani della Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino), Dmytro Lubinets, citato da Kyv Independent. La stanza era denominata la “cella dei bambini”, che sarebbero stati oggetto di abusi psicologici – i carcerieri avrebbero raccontato loro che i genitori li avevano abbandonati e che non sarebbero tornati più a casa – , costretti per lungo tempo a sopravvivere con poca acqua e niente cibo.

La Russia ha definito “separata dalla realtà” la proposta “formula di pace” per il conflitto in Ucraina avanzata da Zelensky. E sempre tramite Zakharova ha fatto sapere di aver ricevuto le scuse ufficiali dal Vaticano “per le dichiarazioni di Papa Francesco contro ceceni e buriati”. Il riferimento alle parole del Pontefice in un’intervista ad America, rivista dei gesuiti, in cui si leggeva che i militari “più crudeli sono forse quelli che sono russi ma non sono della tradizione russa, come i ceceni, i buriati e così via”. Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha commentato che “al momento posso dire soltanto che ci sono stati contatti diplomatici in tal senso”. Per quelle parole Zakharova aveva respinto la proposta del Vaticano di ospitare i colloqui di pace tra Russia e Ucraina: “Temo che i fratelli ceceni e buriati, oltre a me, non lo apprezzerebbero”.

Avatar photo

Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.