Al secondo piano di Palazzo Montecitorio c’è una sala dedicata alle donne che per prime hanno ricoperto cariche istituzionali (si chiama appunto Sala delle donne). L’ultima foto aggiunta in ordine di tempo è stata quella di Giorgia Meloni, prima presidente del Consiglio donna della storia. L’unica immagine che però compare due volte su quelle pareti è quella di Nilde Iotti: in qualità di deputata all’Assemblea costituente (insieme ad altre venti) e di prima donna a ricoprire il ruolo di presidente della Camera dei deputati.

Una vita quella di Nilde Iotti caratterizzata da primati: è ancora suo il record di permanenza sullo scranno più alto di Montecitorio (quasi 13 anni consecutivi, dal giugno del 1979 all’aprile del 1992).
L’incredibile storia della presidente Iotti parte da lontano, dalla Reggio Emilia degli anni Venti del secolo scorso. Nonostante le difficoltà economiche e la scomparsa prematura del padre, riuscì a laurearsi in Lettere alla Cattolica di Milano a 22 anni. Tra i suoi professori si segnala un certo Amintore Fanfani. Prende parte alla Resistenza e dopo la guerra si avvicina sempre di più al Partito Comunista Italiano. Viene eletta al consiglio comunale nella sua Reggio Emilia ma il suo impegno politico verrà presto assorbito da Roma.

Nel giugno del 1946 tra le 21 deputate elette dall’Assemblea costituente c’è anche lei. Indicativo il fatto che venne chiamata immediatamente a far parte della leggendaria Commissione dei 75, istituita per pensare e redigere materialmente la nuova Costituzione repubblicana. A lei venne assegnato in particolare il compito di occuparsi della sezione dedicata alla politica familiare. Fece molto discutere all’epoca il suo rapporto con il leader del PCI Palmiro Togliatti. Soprattutto perché nato quando questi era ancora sposato. La caratura di Nilde e l’autenticità della relazione che la legò a Togliatti fino alla sua morte, misero a tacere ogni tipo di polemica. Membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera, l’On. Iotti ne divenne in poco tempo presidente; anche qui, neanche a dirlo, prima donna a ricoprire l’incarico.

Storica la sua battaglia in favore del divorzio. Pochi anni dopo il famoso referendum del 1974, Nilde Iotti raggiunge dunque il picco della sua carriera politica con l’elezione alla presidenza della Camera. Il 20 giugno del 1979, con il suo discorso di insediamento, sottolineava l’importanza e la consapevolezza di quel passaggio storico: “Io stessa, non ve lo nascondo, vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci, si sono aperte la strada verso la loro emancipazione”.

Pochi ricordano che qualche anno più tardi rischiò di diventare anche la prima Premier donna (e per di più comunista) della storia italiana, quando Cossiga le diede l’incarico di formare un governo che però non trovò una maggioranza. Nilde Iotti rimase così presidente della Camera fino al 1992 quando venne candidata dalla sinistra persino alla presidenza della Repubblica. Insomma, non so se ci rendiamo conto; stiamo parlando di una madre costituente, della prima donna presidente della Camera, ma anche di una quasi presidente del Consiglio e della Repubblica. Questo giusto per restituire una vaga idea della levatura del personaggio.

Non paia secondario ricordare che è anche merito di Nilde Iotti se la Biblioteca della Camera dei deputati, prima riservata ai soli parlamentari, è ora aperta al pubblico e fruibile ancora oggi dagli studiosi che richiedono di accedervi. Motivo per cui (dal 2017) la biblioteca porta il suo nome. Non possiamo dimenticare infine il suo impegno in Europa, dove fu parlamentare per 10 anni (dal 1969 al 1979) battendosi per l’elezione diretta del Parlamento europeo; traguardo che venne raggiunto proprio sul finire del suo mandato nel ’79.

Arrivati a questo punto risulta facile constatare come Nilde Iotti sia riuscita a lasciare un segno profondo nel suo tempo, contribuendo in maniera decisiva ai miglioramenti (ancora purtroppo insufficienti) della condizione della donna nella nostra società. Oggi la Fondazione Nilde Iotti presieduta da Livia Turco svolge un compito preziosissimo nel tenere vivo il ricordo di questa donna formidabile e nel diffonderne il messaggio, che ci sentiamo di racchiudere in queste poche parole da lei pronunciate:

“Dobbiamo rendere più umani i tempi del lavoro, gli orari delle città, il ritmo della vita. Dobbiamo far entrare nella politica l’esperienza quotidiana della vita, le piccole cose dell’esistenza, costringendo tutti – uomini politici, ministri, economisti, amministratori locali – a fare finalmente i conti con la vita concreta delle donne”.
Nilde Iotti

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Nato a Cosenza 27 anni fa, vive a Roma dal 2015. Ha lavorato come giornalista tirocinante presso Mediaset RTI, nella redazione politica di News Mediaset (Tg4, StudioAperto, TgCom24). È laureato in Filologia Moderna alla Sapienza e ha conseguito il Master in Giornalismo radiotelevisivo con Eidos Communication. Si occupa di giornalismo politico. Redattore di Radio Leopolda, collabora alla Camera dei deputati. Ha scritto un libro su Giulio Andreotti. È fortemente interista, ma ha anche dei difetti