"Dobbiamo essere orgogliosi della nostra risposta alla pandemia"
No vax, Mattarella bacchetta tv e giornali: “Dato sproporzionato risalto mediatico”
Troppo risalto ai no vax in tv, sui giornali, nelle radio. Ovunque. A ribadire nuovamente la questione è direttamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso del consueto scambio di auguri per Natale e Capodanno con le alte cariche dello Stato andato in scena nel pomeriggio di lunedì 20 dicembre. Il Capo dello Stato bacchetta, senza fronzoli, i media: “La prima difesa dal virus è stata la fiducia della stragrande maggioranza degli italiani nella scienza, nella medicina. Vi si è affiancata quella nelle istituzioni, con la sostanziale, ordinata adesione a quanto indicato nelle varie fasi dell’emergenza dai responsabili, ai diversi livelli. Le poche eccezioni – alle quali è stato forse dato uno sproporzionato risalto mediatico – non scalfiscono in alcun modo l’esemplare condotta della quasi totalità degli italiani”.
Alla cerimonia, nel Salone dei Corazzieri, hanno presenziato i Presidenti del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, della Camera dei Deputati, Roberto Fico, del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi e della Corte Costituzionale, Giancarlo Coraggio. Mattarella ha ringraziato i partiti per aver accolto, nei mesi scorsi, l’appello all’unità: “Non era scontato” ma “il tempo dei costruttori si è realizzato. Voglio per questo esprimere un riconoscimento all’impegno delle forze politiche che hanno colto il senso dell’appello rivolto, all’inizio dell’anno, al Parlamento affinché, nell’emergenza, si sostenesse un governo per affrontare con efficacia la pandemia in atto e per mettere a punto progetti, programmi e riforme necessari a non dissipare la straordinaria opportunità del Next Generation“.
Mattarella elogia l’Italia per come ha gestito in questi quasi due anni la lotta alla pandemia: “Alla fine di un anno di perduranti vulnerabilità, dobbiamo essere orgogliosi della nostra risposta alla pandemia. Abbiamo dimostrato responsabilità nel contenere il contagio e incisività nell’investire con coraggio e determinazione sulla ripartenza. Purtroppo, ci stiamo confrontando con una crisi lunga e logorante, segnata da tante incognite e da un andamento ad intermittenza. In questa fase di assestamento molto delicata, le istituzioni hanno una accresciuta responsabilità nei confronti dei cittadini – ha continuato la seconda carica dello Stato -. Tanti sono i bisogni e le istanze da tutelare, ma due sono le questioni prioritarie su cui concentrare il nostro intervento. Da un lato, il superamento di una situazione emergenziale che ormai si protrae da quasi due anni. Dall’altro lato, la stabilizzazione del percorso di crescita economica e la definizione del modello di sviluppo del post Covid-19. Entrambe le priorità trovano nella campagna vaccinale la prima risposta”.
Il Capo dello Stato rimarca anche i “segnali positivi ma ancora fragili“. “Non mancano i dati incoraggianti – sottolinea – il tasso di crescita del Pil nazionale sarà tra i più alti tra i Paesi dell’Unione. A questo si aggiunge un recupero di posti di lavoro, una ripresa dei ritmi produttivi e dei consumi, un apprezzabile miglioramento della fiducia delle famiglie e delle imprese. Rintracciare il nesso che lega le cose buone che insieme sono state fatte, ognuno per la sua parte, non significa affatto ignorare i problemi che abbiamo davanti e le diseguaglianze che feriscono la nostra comunità”.
Problemi e diseguaglianze che poi Mattarella elenca: “Basta pensare all’evasione fiscale, allo sfruttamento del lavoro precario, soprattutto delle donne e dei giovani, all’incuria verso troppi nostri territori esposti a rischi sempre più frequenti di catastrofi naturali. Accanto a questi – ha proseguito – preoccupano i dati demografici. Il tasso di occupazione, fondamentale parametro di coesione sociale, resta ancora basso. Gli infortuni, anche mortali, sul lavoro continuano, scandalosamente gravi. Gli squilibri territoriali, se non affrontati con interventi di struttura, rischiano di condizionare e frenare i progetti messi in cantiere”.
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