A poco più di due anni da quel maledetto 3 maggio 2019, giorno in cui la piccola Noemi, che aveva 4 anni, venne ferita per errore in un agguato di camorra, sabato mattina 15 maggio, in piazza Nazionale a Napoli, è stato realizzato un murales con la sua immagine. L’opera è stata realizzata dagli artisti Giulia Salamone Noeyes e Vittorio Valiante e firmata dalla stessa Noemi.

L’iniziativa è stata voluta fortemente da Fabio e Tania, i genitori di Noemi, con la collaborazione della fondazione Polis, del Comune di Napoli e della IV municipalità. Presenti anche il presidente della commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra, il prefetto del capoluogo campano Marco Valentini, l’arcivescovo di Napoli Don Mimmo Battaglia, i sanitari del Santobono, ospedale che ha salvato la piccola. Nello slargo dove è presente il murales c’è anche una citazione di Dietrich Bonhoeffer, teologo luterano tedesco protagonista della resistenza al nazismo: “Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini”.

“Oggi è un grande riscatto per la mia famiglia perché nonostante Noemi riporta ancora i danni della sparatoria siamo qui insieme a lei per poterlo raccontare” ha commentato la madre Tania Esposito. “Quel giorno venni qui con Noemi e Greta, la sorellina, per portarle a giocare su queste giostrine. Ma qui non ci siamo mai arrivati perché Noemi si è ritrovata in una sala rianimazione a lottare tra la vita e la morte perché la camorra è venuta in pieno giorno a sparare, colpendola e lasciandola a terra come se nulla fosse. Una crudeltà di cui non ci possiamo dimenticare, ricevuta da una bambina che aveva solo 4 anni. Se fosse successo a un figlio di un camorrista come sarebbe andata? Sicuramente si sarebbero vendicati perché la camorra vive di odio, di violenza, di vendetta. Noi chiediamo giustizia e mai vendetta e stiamo cercando nel nostro piccolo di dare un buon esempio alla nostra città. Siamo qui oggi per gridare in modo pacifico che questa piazza è nostra, che Napoli è nostra, è dei bambini, è di Noemi, e nessuno, tantomeno la camorra, può permettersi di toglierci questo diritto”.

Allo Stato Tania Esposito chiede giustizia: “Il 18 ci sarà l’Appello, quello che chiediamo è giustizia per una bambina che sta ancora pagando per colpe che non ha”. Una bambina che ha ancora paura: “Anche farla tornare qui non e’ stato semplice – racconta – Lei ricordava tutto, ma come lei ci insegna bisogna andare avanti, credere in una Napoli migliore di quella che abbiamo visto 2 anni fa”. “Noemi – ha concluso – è diventata un po’ un simbolo e noi porteremo avanti questa battaglia. Ovviamente non tocca a noi, che siamo solo vittime, e quindi quello che possiamo fare e’ dare il buon esempio da genitori, raccontare la storia di Noemi. Il resto e’ compito della magistratura, delle forze dell’ordine e dello Stato”.

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Napoletano doc (ma con origini australiane e sannnite), sono un aspirante giornalista: mi occupo principalmente di cronaca, sport e salute.