Nomine Rai, la Lega di Salvini fa irritare gli alleati sulla presidenza Agnes: e l’Aventino di Schlein preoccupa i dem

Ultime da viale Mazzini, vale a dire da mamma Rai. Stavolta l’irritazione è grande. Da parte di chi? Da parte di Forza Italia by Antonio Tajani (che continua e, anzi, rafforza la sua “competition” all’interno del centrodestra) nei confronti dell’alleato leghista. Il motivo? “Matteo Salvini sta tirando troppo la corda”, dicono senza mezzi termini dallo stato maggiore del partito di casa Berlusconi.

Nomine Rai, la Lega di Salvini fa irritare gli alleati sulla presidenza Agnes

L’irritazione è enorme nei confronti della Lega di Salvini perché l’accordo sulla presidenza della Agnes era un accordo ormai preso mesi fa, sulla base di un equilibrio complessivo di tutte le nomine (non solo dentro la Rai ma anche fuori, ovvero riguardava anche altre aziende statali). Il fatto che la Lega, dopo aver ottenuto quello che voleva, adesso faccia storie sulla nomina della Agnes proprio non va giù a Forza Italia. Ma anche dalle parti del partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, l’irritazione ormai è al livello di guardia. Perché Matteo Salvini non vuole solo la nomina di un direttore generale ma reclama anche il posto di Angelo Mellone al day time e quello di Paolo Corsini agli approfondimenti (dove vorrebbe far approdare Alibrandi). La situazione ovviamente sta irritando notevolmente anche Fratelli d’Italia, che vorrebbe chiudere al più presto la questione nomine.

Ma a viale Mazzini si attendono anche le decisioni dell’opposizione, soprattutto quelle del Pd: Elly Schlein resterà sull’Aventino? Continuerà a dire di no a Simona Agnes? Perché se continuerà su questa strada resterà a bocca asciutta in fatto di nomine. Non per niente tutta la parte più moderata del Pd è preoccupatissima dalla posizione assunta dalla leader e sono preoccupatissimi anche quelli, non pochi a dire il vero, che all’interno della Rai sono considerati in quota dem e che magari si erano già accordati da par loro per una riconferma. Tutta gente che invece potrebbe ritrovarsi improvvisamente senza strapuntino o galloni da direttore. E tutto per “colpa” dell’Aventino della Schlein.

La Cia e i messaggi alla Serbia e alla Russia

Il capo della Cia vola in Bosnia. Non c’è solo la Russia nel mirino della potente agenzia di Intelligence americana. Anche l’Europa è sempre monitorata con la massima attenzione, paesi alleati e non. A quanto siamo in grado di rivelare, infatti, il direttore della CIA William Burns nei giorni scorsi era a Sarajevo per discutere della “preoccupante retorica e azioni secessioniste” del presidente filo-russo del governo dell’entità serba della Bosnia-Erzegovina. Come sempre più spesso accade, anche stavolta c’è di mezzo la Russia. La visita di Burns è un messaggio alla Serbia ma anche un pizzino inviato a Putin: gli Stati Uniti non tollereranno più le intromissioni imposte da Mosca.

Le manovre nella space economy in Italia e tra le aziende della Difesa

Grandi manovre nel gruppo Leonardo, dove da aprile 2023 il governo Meloni ha insediato Roberto Cingolani come Ceo. Cambio al vertice di Thales Alenia, la joint venture italo-francese leader nell’esplorazione spaziale partecipata dal colosso della difesa e dell’aerospazio. A quanto siamo in grado di anticipare, dal 2 settembre Massimo Comparini (attuale Ceo di Thales Alenia Italia) si insedierà come capo della divisione Spazio di Leonardo, mentre il 5 settembre verrà ufficializzata la sua nomina a presidente del Cda di Thales Alenia globale. La promozione arriverà mentre il top manager sarà alla Mostra di Venezia come protagonista del corto prodotto da The Skill “A un passo dalla Luna. Una leadership italiana ed europea” che racconta il ruolo italiano nelle missioni Exomars verso il Pianeta Rosso e Artemis verso la Luna. In Italia la space economy muove molti interessi: sono oltre 400 le aziende attive nel settore che, tra investimenti pubblici e fatturato delle società specializzate in tecnologie spaziali, sfiora i 3 miliardi di euro. Non basta: nel quinquennio 2023-2027 i finanziamenti statali supereranno i 7 miliardi di euro, consolidando la leadership italiana, già oggi in compagnia di giganti quali Usa, Cina, Russia, Francia, Germania, Corea, Giappone.