Campania maglia nera per l’occupazione femminile
Non è un Paese per donne, il lavoro è roba da uomini
Non è un Paese per donne, non è una Regione per donne. Lo sapevamo già, l’ultimo rapporto della Caritas ce lo ha ricordato: l’occupazione femminile in Campania è al 29,1%, contro il 33% del Mezzogiorno e il 49,4% in Italia, meno della metà del dato europeo, al 63,4%. Non siamo nel Medioevo, siamo nel 2022 e ancora si parla di parità di sessi, ancora viviamo in un mondo del lavoro maschilista dove nascere donna è quasi una iattura. Ovviamente la disoccupazione i riflette nello specchio della povertà. Nel 2021 sono state 8.666 le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto Caritas, il 57,6% donne che con le loro famiglie, arrivano a oltre 27 mila persone assistite.
Soprattutto italiani, il 76,6%, contro il 23,4% di stranieri, mentre a livello nazionale le richieste di aiuto sono per il 55% di origine straniera. Tra gli immigrati, la presenza più importante, già prima della guerra, è di origine ucraina, il 27%. Dato destinato a crescere nel prossimo anno. Negli ultimi sette anni, la Campania ha perso 279 mila abitanti, una popolazione che equivale all’intera provincia di Benevento. Non c’è da stupirsi che in queste condizioni sono sempre meno le donne che hanno il coraggio di fare un figlio. E così l’età media dei campani è sempre più alta. Se nel 2010 gli under 14 superavano gli over 65, oggi la Campania non è più la regione più giovane d’Italia e nei prossimi anni, senza un’inversione di tendenza, è destinata a diventare la regione più anziana. Lo spopolamento incide pesantemente sulle condizioni economiche. Dal dossier emerge come i più poveri siano paradossalmente i cittadini in piena età lavorativa, dai 36 ai 54 anni, dove si registra invece la più alta percentuale di disoccupazione. In quella fascia di età 7 su 10 sono disoccupati o vivono di lavoro precario, sottopagato o addirittura in nero. Non è un mondo per giovani, nè per donne…
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